Brian Eno for Naples
di Girolamo De Simone
IO PENSO CHE QUANDO
ENTRIAMO IN ATTI CULTURALI, CONVENZIONALI O COMUNQUE VOGLIATE CHIAMARLI,
METTIAMO ALLA PROVA QUESTA CAPACITÀ DI SALTARE DA UN INSIEME DI ASSUNTI A UN
ALTRO, DA UNA PROSPETTIVA A UN’ALTRA
La deriva concerne la grande domanda di Brian: perché preferiamo alcune disposizioni di elementi rispetto ad altre? oppure: perché alcune disposizioni sono intrinsecamente più soddisfacenti di altre? oggi tra stile e funzione esiste un campo intermedio molto esteso, tanto che anche le musiche sono via via divenute funzionali, alle diverse esigenze del quotidiano, alle attività che stiamo svolgendo, ai momenti di riflessione, estraniazione, sprofondamento. esiste davvero un continuum, un deep listening la cui tangibilità è ormai innegabile. una nuova forma d’arte, prospettica, simile a radici di tubero, che non è passato e non è futuro, ma verità interstiziale, una musica_immagine simile al processo del solve alchemico. per scoprire che il riverbero è Memoria, e che il coagula è dentro di noi.
QUALSIASI COSA SI
TROVI DI STRANO, BRUTTO, SPIACEVOLE E DISAGEVOLE IN UN NUOVO SUPPORTO, QUELLO
DIVENTERÀ SICURAMENTE IL SUO SEGNO DISTINTIVO. LA DISTORSIONE NEI CD, IL
MOVIMENTO FRENETICO DEI VIDEO DIGITALI, IL SUONO SCHIFOSO DELL’8-BIT - TUTTE
QUESTE COSE SARANNO BEN ACCOLTE ED EMULATE NEL MOMENTO STESSO IN CUI DOVREBBERO
ESSERE EVITATE. DAVVERO TANTO NELL’ARTE MODERNA È IL MEDIUM CHE ARRIVA AL
LIMITE E SI SPACCA
usare la distorsione, l’aria degli incavi, il movimento appena visibile della polvere che si alza dal calpestio. usare quanto è di debole e di povero. non prendere la tecnologia per il suo scintillio ipermediale, contrabbandato dal consumo. trovare le viscere profonde della terra guardata da vicino, come se la lente del calcolatore o del supporto magnetico, digitale, non fosse altro che un modo differente di guardare. una prospettiva puramente concettuale, dove il supporto è un pretesto
NUOVE MISURE DI
VALORE. BENE, UNA DELLE FUNZIONI DEGLI ARTISTI, E DI ALTRE FIGURE SCIAMANICHE,
È QUELLA DI INVESTIRE DI VALORE AREE DIFFERENTI DEL MONDO
ed è ancora prospettiva esplorare radici, filamenti impalpabili, riverberi. la grana delle pellicole, il rumore che somiglia al brusio, allo sfarfallio dei microrganismi, l’immagine che si distilla in particelle granulari, incontrollabili, davvero tutto ciò che la tecnologia fa e non volevamo che facesse. poi si tinge di colori, mozzafiato. simboli che trovano un nuovo tempo di coincidenza tra rappresentazione e rappresentato. esattamente come una figura, un rombo_diamante di luce, che si scorge in lontananza, appena mitigata dal suono che la accompagna, dalle particelle di polvere che si colgono in filigrana. il paesaggio del nuovo valore. un valore possibile per un mondo diverso.
NON SO SE ESISTE UN DIRITTO
D’AUTORE CHE GARANTISCA DELLE ‘REGOLE’ PER LA CREAZIONE DI QUALCOSA CHE GENERO
NEL MOMENTO IN CUI CREO DEI PROGRAMMI-SEME
Estetiche del plagio, nuove frontiere di una musica che conclude l’era della riproduzione: non esiste davvero possesso sulle buone idee; esse - simili a virus - transitano per ogni dove, iniettano di sé l’immaginazione dell’uomo. questi programmi-seme non seguono regole, portano a gesti inauditi:
togliere un disco dal piatto, strisciare un’asse contro una cancellata, ascoltare il rumore che fa. scoprire che esiste un rumore buono ed uno ‘cattivo’, quello ciclico, prevedibile, con dinamica e frequenza costante, che ac/cade inevitabilmente. il rumore buono induce alla riflessione (d’onde, pensieri), quello cattivo è senza mutazioni interne: il vero disturbo della mente.
Per questo Brian dice che accrescere la complessità significa maggior ricchezza e maggiore
vulnerabilità.
SUPPONETE DI SMETTERE
DI PENSARE ALLE OPERE D’ARTE COME OGGETTI E DI INIZIARE A CONSIDERARLE INNESCHI
PER L’ESPERIENZA
scenari remoti, lungo la grotta artificiale si colgono improvvise le fenditure nelle mura. il colore appena accennato. l’umidità che altera l’elettricità dell’aria. un riverbero, un lungo riverbero muta lo scenario acustico ad ogni nuovo passo. proviamo a parlare, ma, per uno strano effetto, le parole paiono inadeguate. come in una cattedrale arcaica, come nella madre di tutte le cattedrali, il senso di un nuovo respiro, remoto, ci riempie simile a un mantra. emissioni energetiche e una strana sensazione di grembo materno, di accoglienza. questi suoni così lunghi, molti secondi, creano bordoni, riempiono con moltissime stille di ridondanza ciclica, tasselli di memorie acustiche, il nostro andare verso la luce. l’arte innesca una nuova esperienza sensoriale, tra corpo e desiderio. è una sorta di rinascita, il desiderio di rinascere...
NELL’ARTE IL MIO UNICO
INTERVENTO, O PER MEGLIO DIRE IL MIO INTERVENTO DETERMINANTE, CONSISTE NEL CAMBIO D’EQUILIBRIO TRA INTUITO E
RAZIOCINIO. È DAL BILANCIAMENTO CHE DIPENDE TUTTO IL RESTO
e si coglie ancora la memoria, la lontananza, questo respiro del nostro corpo che inerpica, disabituato per torpori tecnologici. uno scenario remoto, eppure presente, vivido. il movimento cerca nuovi equilibri da/per posizioni instabili. luci sul nostro viso. metamorfizzazione del suono. permutazioni per milioni di colori.
Per Brian un certo programma è autogenerativo, nel senso che continua a tornare al proprio output e poi costruisce elementi nuovi a partire di là... e stranamente, prima di tornare davvero al punto di partenza nella grotta, percorrendo a ritroso l’esperienza dell’andare e del sentire, quello che rimane è il volto degli altri, quelli che si sono incamminati con noi. La luce percorre ora il loro volto, penetra nei loro occhi, piccoli schermi scintillanti, rimbalza sulla pelle scoperta e sugli abiti.
anche loro sono cambiati.
BRIAN ENO: CORSIVO
girolamo de simone: tondo
approfondimenti
http://www.allsaintsrecords.com/
http://www.enoweb.co.uk/
http://www.brianenofornaples.com/
http://www.astralwerks.com/eno/dfl.html
http://www.mybestlife.com/ita_anima/Brian_Eno_intervista.htm
http://www.konsequenz.it
http://www.girolamodesimone.com
Brian Eno, Futuri impensabili,
Londra 1996, Firenze 1997
David Toop, Oceano di suono,
Milano 1999
Girolamo De Simone, Musiche
Replicanti, Napoli 2004
Paul Morley, Metapop, Milano
2005
gimo
CLUSTERS
AMBIENT
Brian Eno (Woodbridge,
Suffolk, Inghilterra 1948)
Jon Hassell (Memphis,
Tennessee, 1937)
Harold Budd (
David Sylvian (Londra 1958)
Evamgelos Papathanassiou (Vangelis) (Grecia, 1942)
Laurie Anderson (Chicago 1947)
Alvin Lucier (Nashua,
New Hampshire, Stati Uniti, 1931)
Pauline Oliveros (Houston, Stati Uniti, 1932)
Hans-Joachim Roedelius (Berlino 1934)
Dieter Moebius (Svizzera 1944)
Daniel Lanois (Hull, Québec, Canada 1951)
Thomas Koener (Dortmund 1965)
Joe Zawinul (Vienna 1932)
Robert Fripp (Wimborne Minster, Dorset, Inghilterra, 1946)
Jah Wobble (Stepney, Inghilterra, 1958)
Hector Zazou (Algeria, ?)
Glenn Branca (Harrisburg, Stati Uniti, 1948)
David Lang
(Stati Uniti, 1957)
FLUXUS
John Cage
(Los Angeles 1912 – New York 1992)
Alvin Curran (Providence, Rhode Island, 1938)
Frederic Rzewski (Westfield, Stati Uniti, 1938)
Cornelius Cardew (Winchcombe, Gloucester, 1936 – Londra
1981)
Giancarlo Cardini (Seravezza, Lucca, 1940)
Eugene
Chadbourne (Mount Vernon, New York, Stati Uniti, 1954)
David Shea (Springfield Massachussetts 1965)
MISTIC
Giacinto Scelsi (La Spezia 1905 – Roma 1988)
Arvo Part
(Paide 1935, estone)
Henryk
Mikolaj Gòrecki (Czernica, Rybnik, Polonia 1933)
PLAGIARISMO
John Zorn
(New York, Stati Uniti, 1953)
John Oswald
(Kitchener, Ontario, 1953)
ELETTRONICA
Marino Zuccheri
Pietro Grossi (Venezia 1917 – Firenze 2002)
Luigi Nono (Venezia 1924 – Venezia 1990)
Edgar Varèse (Parigi 1883 – New York 1965)
Luc
Michel Chion (Francia 1947)
BORDER MUSIC
Luciano Cilio (Napoli 1950 – Napoli 1983)
Eugenio Fels (Torino 1953)
Massimiliano