CLANDESTINI
‘AZIONE’ per pianoforte e
voce recitante
di GIROLAMO DE SIMONE
l’Azione musicale "Clandestini" di Girolamo De Simone per
pianoforte, live electronics e voce recitante, dedicata al tema
dell'immigrazione clandestina, è stata proposta il 4 dicembre a Roma
all’Acquario Romano, nell’ambito del Festival di “Musica Verticale” e l’ 11
dicembre a Napoli nel corso de “Il Canto dell’Avorio 1999”,
Il lavoro utilizza materiali oggettivi, tratti da quotidiani, progetti
di legge, commentari affiancandoli alle scritture di alcuni immigrati, vittime
di una visione occidentale propensa alla libera circolazione delle merci ma
ostile a quella delle persone, predisposta alla globalizzazione dell’economia
ma che costruisce recinti al fine di impedire che la musica, le arti, le
culture possano essere veramente e profondamente condivise.
Testi formati da materiali oggettivi (alcuni degli aberranti articoli
delle leggi, commentari, etc) e da scritture delle vittime: Suri (Nepal),
Yaguine Koita e Fodé Tounkara (Guinea), Afrim (Kosovo)
Musiche: dell'iraniano Siavash Beizai; degli italiani Chiari, Scelsi,
De Simone; del meno occidentale tra i musicisti americani: John Cage.
Al pianoforte e live electronics: Girolamo De Simone
Voce recitante: Michele
Pisicchio
LE MUSICHE e gli AUTORI delle musiche in
‘CLANDESTINI’
Le Musiche
Girolamo De Simone: “Contrappunto contratto” (piano e
supporto cdr)
Giuseppe Chiari: “Do”
John Cage: “Prelude for Meditation” (piano amplificato)
Girolamo De Simone: “Sconfinando/1” (base cdr)
Siavash Beizai: Canti
persiani: “Shahbanu, Dastmal, Miri, Sholeil, Ey Yar ey Yar”
Girolamo De Simone: “Sconfinando/2” (piano senza
amplificazione, e supporto cdr)
Giacinto Scelsi: “Aitsi” (per pianoforte amplificato)
GIROLAMO DE SIMONE: Contrappunto contratto; Sconfinando 1 e 2
Tratto dal precedente lavoro Fabulae Contaminatae, e rielaborato in
più riprese (1994 / 1998), il brano enfatizza alcune caratteristiche della
musica minimale, urilizzando espedienti elettronici discreti per interrompere
la mera reiterazione contrappuntistica. Il riferimento implicito è a David
Borden, autore di The continuing story of
Counterpoint, opera considerata dalla critica come le Variazioni Goldberg del minimalismo. Ma i brani di Borden hanno una
durata media di otto-quindici minuti, e ricordano i lavori più rigorosi di
Glass (Music with chancing parts) e
di Terry Riley. Nel Contrappunto
Contratto ho invece cercato in un tempo minimo di esprimere le medesime
potenzialità ritmiche (soprattutto per quanto riguarda la pulsazione) e
timbriche (utilizzo di strumenti virtuali) mantenendo la caratteristica
principale della mia musica, che predilige le forme aforistiche (G.D.S.)
Grazie all’impiego di apparecchiature elettroniche non sofisticate ho scritto i due ‘Sconfinando’ colloncandoli nell’ambito di un progetto rivolto all’abbattimento delle frontiere tra generi e stili musicali, tenendo però ben fermo un punto, quello del collegamento a tematiche precise, ben individualizzabili, e spettacolarizzabili attraverso l’uso dal vivo della voce recitante. Ciò è accaduto per “Sconfinando / 1”, sorta di indeterminato sfondo sonoro su quale va a poggiare la voce, su testi variabili. In un primo momento vi si è sovrapposto un testo di Nazim Hikmet, ed in questa versione è stato oggetto di una recentissima installazione per “Arsenale Musica” a Pisa, ed inserito in un CD colletaneo.
“Sconfinando/2”, invece, esiste in due versioni. Quella di questa sera prevede l’uso di una base elettronica creata utilizzando suoni convenzionali in modo non convenzionale, cioè sovrapponendo in più tracce differenti esecuzioni con dinamiche differenti, uso di unità multieffetto, e successivo molteplice filtraggio. Su questa base, che mescola nei suoi ‘desiderata’ sia il suono unico di Scelsi che un utilizzo ‘armonico’ di tipo occidentale (con armonie ‘aperte’), poggia l’inserimento del pianoforte, che inizialmente ‘decora’ i brani, e successivamente depriva di ambiguità le armonie proposte dal nastro, riproponendole in una versione semplificata e di ‘effetto’.
SIAVASH BEIZAI: Canti d’amore e di guerra.
Ho chiamato così una personale
selezione da un’antologia di ‘folksongs’ persiani pubblicata in Germania
dall’iraniano Beizai. Di lui si sa poco, perché non compare in alcuna delle
fonti ‘ufficiali’ sulla musica contemporanea. Si sa che ha composto questi
brani nel 1995, traendoli da canti folclorici che utilizzano un sistema modale
basato su due scale con il secondo grado innalzato di un quarto di tono (shut),
ed il terzo con semitono (homayun). In questa versione pianistica, ovviamente,
i rapporti originali non possono essere riprodotti e tuttavia, poiché
specialmente la seconda scala appare vicina al nostro Mi minore naturale,
questi canti mantengono un fascino evocativo molto particolare, riuscendo a
coniugare le evidenti modalità ‘orientali’ con alcuni stilemi occidentali (a
partire dall’uso di uno strumento come il pianoforte). I brani afferiscono ad
un’area (quella dell’antica Persia), che oggi è limitrofa all’Iraq, e comprende
le zone del Kurdistan, del Luristan, dell’Azerbaijani, del Gilaki e del
Bachitari. Tra quelli che ho scelto per lo stridente contrasto tra la loro
espressività e poesia e gli aridi articoli di legge sull’immigrazione
clandestina: “Dastmal”, ovvero “La spugna”, canto d’amore Bakhtiari; “Miri”,
nome di un clan, causa di guerra tra due famiglie del Luristan; “Shahbanu”,
cioè “Regina”, il nome di una donna del Bakhtiari molto ammirata.
GIUSEPPE CHIARI: “Do”
JOHN CAGE: “Prelude for meditation”
GIACINTO SCELSI: “Aitsi”
Ho scelto questi tre brani perché mi sembrano collegati da una matrice comune. Il primo, scritto da Chiari nel 1950 (altro titolo, o sottotitolo, Intervalli n. 2) è uno dei pezzi più eseguiti dell’italiano più vicino a Fluxus, ed è interamente basato su successioni accordali che poggiano su di una nota comune: il do centrale del pianoforte. Il secondo, “Prelude for Meditation” (1944) di Cage, usa quasi esclusivamente il la (discende di due suoni, senza tirare in ballo le relative minori), è scritto per pianoforte preparato, ma viene da me volutamente alterato, perché alla ‘preparazione’ della cordiera sostituisco una ‘interferenza’ elettronica creata attraverso una distorsione fissa dei suoni. Il terzo, “Aitsi” (1974) di Scelsi, prevede per definizione tale distorsione, affiancandola al prolungamento del suono (risonanza o riverbero), ed è interamente basato sul fa e sulle sue oscillazioni tra il mi e il sol bemolle. Come ciò sia possibile sulla tastiera del pianoforte è complesso da esemplificare; basti qui indicare che generalmente questo brano di Scelsi è stato clamorosamente frainteso. Esso, infatti, è uno studio sulla dispersione del suono, sulla sua trasformazione da cluster (o grappolo, o agglomerato) a singola emissione. Questo studio prevede l’uso del tocco e la magia del pedale, o per essere precisi, l’uso del ‘mezzo pedale’. Quando invece la notazione di Scelsi, che prevede la sottrazione progressiva di suoni a partire da accordi o cluster viene intesa alla lettera come ‘alzato improvviso del pedale’, senza badare a quanto egli ha scritto nelle note esplicative del brano, o senza pensare a quanto sia implicita l’estetica della sottrazione e quanto prevalga sulla sua scrittura letterale, l’effetto sulla resa del brano è devastante.
Gli Autori
Giacinto Scelsi è noto per la ‘conversione’ allo spessore dei suoni unici (Quattro pezzi per orchestra, 1959), ovvero per la scoperta delle piccole pulsazioni contenute nei suoni tenuti (suoni ‘sferici’, si dirà). Decisamente anticonvenzionale, antroposofo (vicino a Steiner), esoterista (vicino a Guenòn), fu amico di Henry Michaux, il poeta mescalinico le cui tematiche sono state riprese da Deleuze e Guattari.
Giuseppe Chiari. Viene considerato il padre della musica d’azione. Musicista del gruppo Fluxus ha collaborato al Marcatré. Ha pubblicato molteplici volumi, tra cui Musica senza contrappunto (Roma 1969) e Dubbio sull’armonia (Firenze 1990).
John Cage. E’ stato scritto che “dopo di lui, la musica non è stata più la stessa”. La sua opera, e soprattutto la sua estetica è valsa a contrastare l’ipercostruttivismo ed il positivismo della scuola strutturalista. Gli eccessi del ‘cagismo’ hanno d’altra parte prodotto i risultati noti nel campo del cosiddetto ‘sperimentalismo’, fraintendendo gli stessi insegnamenti del ‘guru’. Chi lo ha conosciuto sa quanto le sue esecuzioni riproducessero una sorta di aporia, di contraddizione, tra poesia e provocazione.
Girolamo De Simone, pianista, compositore e musicologo, è tra gli esponenti di rilievo delle nuove avanguardie musicali nazionali, con riguardo particolare alla Border music, o musica di frontiera. E’ autore di alcuni volumi di estetiche e prassi della musica contemporanea e di numerose composizioni, eseguite in importanti festival nazionali ed internazionali.
IL TESTO
Musica:
“Contrappunto contratto” (piano e supporto cdr)
di Girolamo De Simone,
Italia
«Gli immigrati approdano nel Paese via terra, da Evros, oppure via
mare: raggiungendo dalla Turchia una delle tante isole elleniche dell’Egeo che
distano soltanto poche miglia dalle coste turche. Tutti quanti transitano prima
per Istanbul, l’autentico cuore del grande traffico di clandestini nel
Mediterraneo orientale. Per raggiungere la Grecia, Razgar Kader, 34 anni,
ingegnere civile di Sulejmaniya, nel Kurdistan iracheno, ha dovuto sborsare 4
mila dollari (7 milioni di lire). Alla frontiera turco-irachena gli è stato
consegnato un passaporto turco originale con la sua foto, ma intestato a
un’altra persona. Il documento gli ha permesso di entrare in Turchia e
raggiungere Istanbul, da dove è stato spedito a Smirne. Qui lo hanno fatto
salire su una barca, chiedendo la restituzione del passaporto. Dopo dodici ore
di navigazione, in compagnia di altre dieci persone, è arrivato nell’isola
greca di Leros, nella zona centrosettentrionale del Dodecaneso».
Inchiesta
di un settimanale, Italia
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Musica:
“Do” (piano senza amplificazione)
di Giuseppe Chiari, Italia
«Da segnalare, a margine, che il D.L. 132/1996 ha specificato,
rispetto al precedente D.L. 22/1996, che la competenza di disporre la misure di
prevenzione dell’espulsione nei confronti degli stranieri minori di diciotto
anni spetta al Tribunale per i minorenni».
Commentario
alla legge sull’immigrazione, Italia
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Musica:
“Prelude for Meditation” (piano amplificato e distorto)
di John Cage, Stati Uniti
d’America
Musica:
“Sconfinando/1” (base cdr, sulla base la voce recitante narra:)
di Girolamo De Simone, Italia
Sogno di essere un uccello e nel cielo volare
sogno di essere una farfalla e volare di fiore in fiore
sogno di essere una stella e nel celo di brillare
sogno di essere il sole, tutto il mondo scaldare
sogno di essere una luna e la notte illuminare
sogno di essere una fata e il bosco incantare
Afrim,
Kosovo
(Afrim
è un bimbo kosovaro di dieci anni che ha perso una mano e un occhio a causa di
una mina: è stato curato in Italia; in italiano ha scritto questa poesia prima
di tornare in kosovo)
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Musica:
Canti persiani d’amore e di guerra: “Shahbanu, Dastmal, Miri” (piano senza
amplificazione)
di Siavash Beizai, Iran
CAPO II. Controllo delle
frontiere. Respingimento ed Espulsione.
Art. 8. Respingimento
1. La polizia di frontiera respinge gli stranieri che si
presentano ai valichi di frontiera senza avere i requisiti richiesti dalla
presente legge per l’ingresso nel territorio dello Stato.
Art. 10. Disposizioni
contro le immigrazioni clandestine
1. Salvo che il fatto costituisca piú grave reato, chiunque compie
attività dirette a favorire l’ingresso degli stranieri nel territorio dello
Stato in violazione delle disposizioni della presente legge é punito con la
reclusione fino a tre anni e con la multa fino a lire trenta milioni.
Art. 11. Espulsione
amministrativa
1. Per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, il
Ministro dell’interno puó disporre l’espulsione dello straniero anche non
residente nel territorio dello Stato, dandone preventiva notizia al Presidente
del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri.
2. L’espulsione é disposta dal prefetto quando lo straniero:
a) é entrato nel territorio dello Stato sottraendosi ai controlli
di frontiera e non é stato respinto ai sensi dell’articolo 8;
b) si é trattenuto nel territorio dello Stato senza avere
richiesto il permesso di soggiorno nel termine prescritto, salvo che il ritardo
sia dipeso da forza maggiore, ovvero quando il permesso di soggiorno é stato
revocato o annullato, ovvero é scaduto da piú di sessanta giorni e non ne é
stato chiesto il rinnovo;
c) appartiene a taluna delle categorie indicate nell’articolo 1
della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, come sostituito dall’articolo 2 della
legge 3 agosto 1988, n. 327, o nell’articolo 1 della legge 31 maggio 1965, n.
575, come sostituito dall’articolo 13 della legge 13 settembre 1982, n. 646.
Disegno
di legge 28-98, Italia
Musica:
Canti persiani d’amore e di guerra: “Sholeil, Ey Yar ey Yar”
(piano senza amplificazione)
di Siavash Beizai, Iran
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...lavoro in questa fabbrica di tappeti da sei mesi con altri
cento bambini. Ci sorveglia un adulto, lo chiamiamo il mediatore, si accerta
che lavoriamo in continuazione.
...Ero l’unica della mia famiglia ad andare a scuola. Qualche mese
dopo la morte di mio padre la vita della mia famiglia è peggiorata. Un giorno
arriva un uomo...
...dice che ho buone mani e che mi troverà un lavoro.
Dà alla mamma 60 sterline e io ripagherò il prestito lavorando sei mesi nella
fabbrica di tappeti.
L’intermediario mi affida a due ragazze...
Alcune di loro hanno cominciato a lavorare a cinque anni.
Per tessere un tappeto quattro bambini hanno un mese di tempo.
Ma siamo solo in tre, possiamo riuscire solo se lavoriamo sedici ore al giorno
senza ammalarci.
Suri,
Nepal
(il
racconto è riportato sul disco The Promise di Moore, Parker e Prati)
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Musica:
“Sconfinando/2” (piano senza amplificazione)
di Girolamo De Simone,
Italia
Lettera
ai Potenti della Terra
“Eccellenze, signori membri
e responsabili d’Europa
abbiamo l’onore, il piacere
e la grande fiducia di scrivervi questa lettera
per parlarvi dell’obiettivo
del nostro viaggio e della nostra sofferenza di
bambini e giovani
dell’Africa. Ma, prima di tutto, vogliamo presentarvi i
saluti più deliziosi,
adorabili e rispettosi di questa vita. Siate il
nostro appoggio e il nostro
aiuto. Voi siete per noi, in Africa, coloro a
cui chiedere soccorso. Noi
vi supplichiamo, per amore del vostro
continente, in nome dei
sentimenti che nutrite per il vostro popolo e
soprattutto per l’affinità
e l’amore che avete per i vostri figli che amate
per la vita. Inoltre, per
l’amore e la timidezza di nostro creatore dio
onnipotente che vi ha dato
tutte le buone esperienze, ricchezze e potere
per ben costruire e
organizzare il vostro continente e farne il più bello e
ammirabile tra tutti.
Signori membri e
responsabili d’Europa, è per la vostra solidarietà e
gentilezza che noi vi
chiediamo soccorso in Africa. Aiutateci, noi in
Africa soffriamo
enormemente, noi abbiamo dei problemi e alcune mancanze a
livello di diritti dei
bambini.
A livello di problemi, noi
abbiamo la guerra, le malattie, la penuria di
cibo, etc. Quanto ai
diritti dei bambini, é in Africa e soprattutto in
Guinea che abbiamo troppe
scuole ma una gran mancanza di istruzione e
insegnamento. Salvo nelle
scuole private dove si può avere una buona
istruzione e buon
insegnamento, ma ci vogliono forti somme di denaro.
Ora, i nostri genitori sono
poveri e ci devono nutrire. Inoltre non abbiamo
neanche scuole sportive
dove praticare il football, il basket o il tennis.
Per questo noi, bambini e
ragazzi dell’Africa, vi chiediamo di fare una
grande, efficace
organizzazione per l’Africa per permettersi di progredire.
Dunque, se vedete che ci
sacrifichiamo e mettiamo a repentaglio la nostra
vita é perché in Africa si
soffre troppo e c’è bisogno di lottare contro la
povertà e mettere fine alla
guerra in Africa. Eppure, noi vogliamo
studiare, e vi chiediamo di
aiutarci a studiare per essere come voi in
Africa.
Infine, vi preghiamo di
scusare molto per aver osato scrivere questa
lettera a Voi, i grandi
personaggi a cui dobbiamo molto rispetto. E non
dimenticate che è con voi
che dobbiamo lamentarci per la debolezza della
nostra forza in Africa.
Yaguine Koita, Fodé Tounkara, Guinea
(Questo è il testo della
lettera che due giovani portavano con sé al momento della morte. I ragazzi si
erano nascosti nel vano carrello di un aereo nel tentativo di emigrare, ma sono
morti assiderati durante il viaggio.
La lettera è stata
pubblicata da “il manifesto” del 5 Agosto 1999)
Musica:
“Aitsi” (per pianoforte amplificato e distorto)
di Giacinto Scelsi, Italia
FINE