Giornata donizettiana

prima edizione

 

5 maggio 2007

PARCO VESUVIO
MONTE SOMMA -
Cantine Olivella

 

 

a cura di Girolamo De Simone

 

 

 

 

 

 

 

 

Non lontano dalla vigna delle Cantine Olivella, Gaetano Donizetti veniva a ispirarsi,  al verde silenzio delle pendici del Monte Somma,  per immaginare alcune delle sue composizioni immortali. Il Maestro fu ospite dei duchi Capece Minutolo, e si racconta fosse uso salire per la vecchia via che conduceva a Sant’Anastasia, antico “Casale di Santo Nastaso”, e sedersi su un masso dal quale poteva dominare l’ampio panorama. Lì pare abbia scritto le note della “Lucia di Lammermoor”.

 

Il podere “La Vigna” era di proprietà del marchese don Peppino Cavallanti, che raccontava di mille cose alte al Maestro, e, tra queste, del vino da lui approntato: “resta solo sapersi se viene chi deve beverlo...” (sic). Donizetti amava le nostre vigne e le pendici del monte, e fu dapprima ospite dei duchi già menzionati, poi forse andò per suo conto, probabilmente dal Cavallanti, che però a sua volta risiedeva dai Marchesi di Pappano, famiglia “Pallamolla”. Nel 1910 il palazzo dei marchesi fu acquistato dalla famiglia Maiello, e poi, nel 1911, dal Conte Ambrogino Caracciolo. Tra l’ulivo e il sasso ove il celebre maestro soleva sedere, il conte Caracciolo pose una lastra a ricordo perenne.

 

Oggi l’ulivo è ancora lì, a coprire d’ombre il masso levigato; il panorama è sempre lo stesso, perfino il silenzio sopravvive, e noi coltiviamo il sogno della riscoperta, per legarci ancor più alla nostra città, sentir sempre vivo il senso di appartenenza e l’orgoglio di rivolgersi verso l’alto, così come in fondo l’etimologia del nome Anastasis, rinascita, suggerisce…

Girolamo De Simone

 

 

 

 Programma musicale

 

Girolamo De Simone: Donizetti e il tramonto

parafrasi musicale su celebri arie tratte

dalla Lucia di Lammermoor e dall’Elisir d’amore

 

                Girolamo De Simone al pianoforte

 

Gaetano Donizetti: Silloge di celebri canzoni donizettiane

 

                Vincenzo Bilo al violino

                Gian Lucio Esposito alla chitarra

 

Gaetano Donizetti: LLe crépuscule - Romanza

                                              

                Massimiliano Fuschetto all’oboe

                Girolamo De Simone al pianoforte

                               

 

 

Vincenzo Bilo, dal 1984 in qualità di violinista ha lavorato in formazioni orchestrali tenendo concerti di musica classica in qualità di violino solista, primo violino, violino di fila con diverse Orchestre, come per “I Musici” di Napoli. E’ stato  Direttore Artistico per otto anni delle Rassegne  Musicali “Città di Sturno” in provincia di Avellino, che ha prodotto svariate attività. Con numerose altre formazioni ha preso parte a moltissime manifestazioni: festival, concorsi, performances.

 

Girolamo De Simone, nato a Napoli nel 1964, vive e lavora alla periferia della metropoli partenopea, alle pendici del Monte Somma, a ridosso del Vesuvio. Musicista e agitatore culturale, è considerato tra i principali esponenti delle avanguardie italiane legate alla musica di frontiera. Le sue attività e le sue pubblicazioni sono consultabili on line sui siti www.konsequenz.it e www.girolamodesimone.com.

 

Gian Lucio Esposito ha iniziato gli studi musicali con Vincenzo De Caro proseguendoli presso il Conservatorio a “S. Pietro a Majella” di Napoli dove si è diplomato con Bruno Battisti D’Amario. Ha svolto un’intensa attività concertistica suonando sia da solista che in diversissime formazioni da camera, come il Quartetto chitarristico italiano. E’ direttore stabile dell’Orchestra Regionale delle Scuole ad Indirizzo Musicale della Campania.

 

Massimiliano Fuschetto, compositore e polistrumentista, affianca l'attività concertistica e compositiva a quella didattica. Da qualche anno promuove i propri lavori riscuotendo successo di pubblico e di critica: Red Bush, un music theatre dove il punto di partenza è il linguaggio musicale e narrativo africano; Ouverture per Koyaanisqatsi, che reinterpreta l'omonimo film-cult di Reggio e Glass. Il suo linguaggio concilia  minimalismo americano, musica etnica e tecnologia.