Una premessa

 

di Girolamo De Simone

 

 

Una premessa a qualsiasi inizio: io ho sempre ‘rubato’ conoscenza. Dai libri, dai film, dai (pochi) scorci di bellezza intravisti a margine delle corse in auto cui la vita ci sottopone..

Ho rubato conoscenza soprattutto ai Maestri; ai più anziani tra loro.

Ho conosciuto Cage, Carter, Rieti, Grossi, Chiari, Castaldi, e tanti altri. Ciascuno ha detto molto o nulla (ricordo la stretta di mano di Cage ed il brillio dei suoi occhi: strette fessure e due stelle d’acuta curiosità). Da ciascuno ho imparato qualcosa.

Per questo ho provocatoriamente fondato una ‘estetica’ del plagio.

 

Non credo che la conoscenza debba essere fatta a pezzettini, e venduta un tanto al pezzo. Si rischia la buggeratura da saldo, da prezzo all’ingrosso, le classiche ‘offerte’ dei megastore. Poi vai a casa e scopri la fregatura.

 

Dalla prospettiva magistrale, credo che chi voglia autenticamente ‘dire’ debba farlo con  un linguaggio semplice, e che tuttavia egli non debba svendere nulla della complessità della materia di cui tratta.

 

Sono sempre rimasto affascinato ed incuriosito, sentendomi in fondo sfidato, quando non potevo comprendere ‘tutto’ e ‘subito’.

Ma restavo accattivato quando potevo cogliere barlumi di nuove prospettive; un approccio creativo alla conoscenza, che è proprio questo: camminare senza approdi definitivi, ma con approcci divergenti, trasversali, derive, deviazioni dalla linea retta (uso un linguaggio marxiano). Certo, nella deriva c’è il rischio della dissipazione. La quale però presuppone una certa ‘abbondanza’ o ricchezza…

 

Che disco sarebbe mai quello che si ascolta una sola volta? (forse un disco da scaffale, come molti…).

Bisogna tornare ad ascoltare, prendere al volo la propria intenzionalità se prende iniziative di conoscenza, assecondare le spinte di curiosità che sono connaturate in ciascuno di noi, cogliere il non detto dal barlume che è comparso, magari solo per un attimo, nel discorso dell’altro.