... a Madonna dell’Arco
“Nel 1835,
istituito l’ospedale di Santa Maria di Loreto per raccogliere gl’infermi tutti
che erano nel Reale Albergo anzidetto e sue dipendenze, l’ospizio di Santa
Maria dell’Arco fu sgombrato dai tignosi e dai cronici, e destinato invece per
asilo di vecchi cadenti e de’ giovanetti poveri che facevan parte de’ già
raccolti nel Reale Albergo; e per questi ultimi, provvedendoli non solo del
bisognevole ma educandone la mente ed il cuore ed istruendoli nelle letture e
nelle arti e specialmente nella musica” (Enrico Cossovich, in AA.VV, La Campania, a cura di Enrico De
Giovanni, Roma 1985, Editalia - Edizioni d’Italia).
Nel 1866 una
nuova legge sopprime le case religiose e i Domenicani abbandonano anche l’ala
del convento che ad essi era stata concessa. Allora l’Albergo vi colloca
inizialmente dei ricoverati, per poi affittare l’intero locale
all’Amministrazione Provinciale che trasforma l’edificio in un manicomio. Solo
nel luglio del 1935 è possibile riacquisire i locali e, in occasione della
Festa di San Domenico, abbattere il muro che divideva quelli precedentemente
occupati dai Padri dal resto del convento. La piccola parte rimasta alla
famiglia Tortora Brayda, verrà ceduta dopo il crollo del 1962, ed infine
ricostruita nel 1973.
Giunti
ai nostri giorni, la musica ancora risuona nel Santuario.