Premessa a qualsiasi inizio
Una premessa a qualsiasi
inizio: io ho sempre ‘rubato’ conoscenza. Dai libri, dai film, dai (pochi)
scorci di bellezza intravisti a margine delle corse in auto cui la vita ci
sottopone..
Ho rubato conoscenza
soprattutto ai Maestri; ai più anziani tra loro.
Ho conosciuto Cage, Carter,
Rieti, Grossi, Chiari, Castaldi, e tanti altri. Ciascuno ha detto molto o nulla
(ricordo la stretta di mano di Cage ed il brillio dei suoi occhi: strette
fessure e due stelle d’acuta curiosità). Da ciascuno ho imparato qualcosa.
Per questo ho
provocatoriamente fondato una ‘estetica’ del plagio.
Non credo che la conoscenza
debba essere fatta a pezzettini, e venduta un tanto al pezzo. Si rischia la
buggeratura da saldo, da prezzo all’ingrosso, le classiche ‘offerte’ dei
megastore. Poi vai a casa e scopri la fregatura.
Dalla prospettiva
magistrale, credo che chi voglia autenticamente ‘dire’ debba farlo con un linguaggio semplice, e che tuttavia egli
non debba svendere nulla della complessità della materia di cui tratta.
Sono sempre rimasto
affascinato ed incuriosito, sentendomi in fondo sfidato, quando non potevo
comprendere ‘tutto’ e ‘subito’.
Ma restavo accattivato
quando potevo cogliere barlumi di nuove prospettive; un approccio creativo alla
conoscenza, che è proprio questo: camminare senza approdi definitivi, ma con
approcci divergenti, trasversali, derive, deviazioni dalla linea retta (uso un
linguaggio marxiano). Certo, nella deriva c’è il rischio della dissipazione. La
quale però presuppone una certa ‘abbondanza’ o ricchezza…
Che disco sarebbe mai quello
che si ascolta una sola volta? (forse un disco da scaffale, come molti…).
Bisogna tornare ad
ascoltare, afferrare al volo la propria intenzionalità se prende iniziative di
conoscenza, assecondare le spinte di curiosità che sono connaturate in ciascuno
di noi, cogliere il non detto dal barlume che è comparso, magari solo per un
attimo, nel discorso dell’altro.