Quale musica

Spesso nella rassegna Angeli Musicanti la parte migliore della world music si amalgama con quella che viene spesso definita “musica di frontiera”. Musicisti famosi, di varia provenienza, si circondano di artisti multicolori, quasi a segnalare la voglia di abbattere le frontiere, o di porsi sul confine per poter agilmente guardare da un lato o dall’altro del guado.

La “musica di frontiera” può alludere a sua volta alla world o global music, alla ambient, in parte alla fusion, e, solo in casi circoscritti, ad alcune atmosfere della new age più evoluta.

Essa utilizza stilemi appartenenti a diversi generi ed a diverse zone geografiche. Potrà usare la tecnica dei clusters pianistici o quella del respiro circolare, e poi accostarle ad una progressione modale jazz. Può utilizzare le voci del popolo dei Tuva e miscelarle ad un formicolante quartetto d’archi che funge da tappeto sonoro con il live elettronics. Può affiancare tecnologie avanzatissime a strumenti tradizionali, orientando la ricerca di senso verso i contenuti  piuttosto che verso il vuoto formalismo dei linguaggi.

Per questo la “musica di frontiera” si lascia alle spalle molti presupposti ‘accademici’, infrangendo i ruoli tra esecutore e compositore (come realizzato per noi da Alex Balanescu, Keith Tippett, Girolamo De Simone, Gianni Gebbia...), dando spazio all’improvvisazione e pari dignità estetica alla produzione di musicisti provenienti da settori non convenzionali. Quelli che parlano questo linguaggio provengono spesso dalla popular o dalla minimal, non solo europea. Alcuni sono lettoni o polacchi. Altri ‘pendono’ verso le proprie radici di genere, e cioè appaiono sbilanciati verso il jazz o verso la new age, pur restando capaci di operazioni di estrema sensibilità commerciale.

Nei lavori dei musicisti “di frontiera” la musica si avvale di amplificazioni, uso di tecnologie e supporti Cdr, muovendosi tuttavia sempre all’insegna della comunicazione e della gradevolezza di fruizione. Non si tratta naturalmente di una scatola vuota: si coniuga la nuova essenzialità stilistica alla completa assimilazione dei linguaggi musicali contemporanei. E’ proprio questo che raccoglie il favore del grande pubblico.

 


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