GUY LIVINGSTON, “Don’t panic!” (Wergo)

Pianista di origini americane, Guy Livingston vive a Parigi, e gira i festival europei già da qualche tempo con un suo progetto piuttosto originale. In tempi in cui la prolissità sperimentalistica sembra aver ceduto il passo all’estrema brevità e concisione, ha pensato di chiedere ai più importanti compositori viventi di scrivergli opere che non superassero il minuto. Gli son piovute addosso una gran quantità di musiche aforistiche, incisive, ironiche o espressive, ma tutte di un minuto o poco più. L’approccio  di Livingston mantiene saldo parte dell’intellettualismo della produzione colta, ma lo spirito trasgressivo, e le modalità satiriche di approccio spettacolare del pianista (ascoltato in una sua performance a Pisa per Arsenale Musica), ci fanno guardare al suo lavoro con estremo interesse. Il disco appena uscito per Wergo, “Don’t panic!”, in effetti costituisce una sorta di silloge della produzione  contemporanea, e per questo è uno strumento utilissimo ed indispensabile per avere una panoramica sul mondo della composizione per pianoforte. Tra i sessanta autori figurano Moritz Eggert, Bolcom, Andriessen e, tra gli italiani, Roberto Andreoni, Riccardo Vaglini, Giovanni Mancuso e Sergio Pallante. Livingston, diplomato all’universita di Yale, al Conservatorio New England di Boston, ed al Conservatorio Royale dei Paesi Bassi, svolge una attività musicale di ampio raggio, è infatti editore della rivista Paris Transatlantic Magazine (www.parisTransatlantic.com), e  presidente di “Les Amis de George Antheil”. IMMENSO

Girolamo De Simone

Il manifesto, 28 luglio 2001