Roberto De Simone, Novelle K666. Fra Mozart e Napoli, pagg. 210, Euro 13,00, Einaudi

Il gioco della memoria è al centro delle Novelle di Roberto De Simone: un libro che si legge in una notte, ma sul quale si torna più volte, per carpirne magia e segreto narrativo. Quanta cultura autenticamente popolare, ma anche così profondamente radicata nella storia di Napoli, città-crocevia-soglia del Mediterraneo, dove si scorge ancora, a dispetto delle politiche di oggi, un legittimo anelito universale: una cultura che  si potrebbe chiamare “glocale”, se il termine non suonasse così male.

Il libro, come confessa De Simone, rincorre Mozart, come Mozart il suo Autore: linee che partono dalla stesura di una cadenza per il Concerto in re minore K 466, composta in giovane età nelle aule del Conservatorio San Pietro a Majella, linee che attraversano in modo forse autobiografico, ma onirico, gli incroci di senso (incontri e vicende) della vita desimoniana: i viaggi alla ricerca di musiche scomparse, come quelle della ciaramella di un novello Papageno, che esula il suo ultimo respiro ad una festa in onore di san Michele a Valva; o come la vicenda del magico anello di Mozart. Storie in cui appaiono figure: del principe Sansevero e della famosa cappella col Cristo velato, dello Stabat di Pergolesi, di Anton Cajetan Adlgasser, che insegnò poi lo stile vocale napoletano al piccolo Amadeus. Dalle pagine spuntano i vicoli della città e le note di Mozart, letteralmente, ovvero con piccole riproduzioni dei suoi spartiti. Compaiono i teatri, le marionette, i profumi di Napoli assieme alle vibrazioni musicali del Flauto Magico. E, davvero da brivido, la vicenda del piccolo Angelo, del Santuario di Madonna dell’Arco, che ancor oggi, ogni lunedì in Albis, vede De Simone arrivare, spesso scendendo dal trenino della vesuviana, per compiere una volta in più un passo di ammirazione/devozione (tale è la sensazione dell’omonimo che annota) verso la Mamma ‘ell’Arco. L’affresco che risulta dall’incrocio dei “tre 6” è quasi iniziatico, come forse, o certamente, la vicenda di Mozart a Napoli.

(Girolamo De Simone)