Nuove frontiere musicali a Napoli
dagli anni Ottanta alla contemporaneità
di Girolamo De Simone
La validità delle tesi è
nella loro efficacia; vale a dire che le teorie estetiche andrebbero sempre
convalidate dalle prassi[1]. Seguendo questa traccia,
nella consapevolezza che il futuro non possa prescindere dalla memoria di
quanto già acquisito, in questo breve lavoro verranno proposte (indicizzate)
alcune vicende contemporanee e di frontiera, con riguardo alla presenza
autorale a Napoli (compositori ed interpreti provenienti dal panorama nazionale
e internazionale), con accento sulle iniziative concertistiche/musicali,
editoriali, discografiche, e sugli esiti di una disseminazione che talvolta ha
comportato una emigrazione ‘interna’ od ‘esterna’ - più o meno volontaria - dei
musicisti partenopei e campani.
Più volte, in sedi diverse
ed eterogenee, ho raccontato quanto avvenuto a Napoli a partire dal 1973[2]. Non pare tuttavia
inopportuno richiamare sinteticamente quel panorama e ripetere la cronologia di
quelle che sono apparse come le proposte più significative [3]:
-1981:
“Avanguardia e Ricerca a Napoli negli anni Settanta”, a cura di Luciano Cilio,
Villa Pignatelli.
-1981:
“Suite per un Castello”, a cura di Pasquale Scialò e Aldo Sisillo, Castello di
San Martino, Estate a Napoli.
-1982:
“Incontri Nazionali della Nuova Musica”, a cura di Luciano Cilio, Villa
Pignatelli.
-1984: “Il
Suono e la Parola, Annotazioni e ascolto sulla/della Nuova Musica”, a cura di
Girolamo De Simone, Convegno alla libreria Dehoniana di Via Depretis.
-1985:
“Concerti Inaugurali della Ferenc Liszt”, a cura di Girolamo De Simone,
Santa Chiara.
-1985:
“Events”: Merce Cunningham, John Cage, David Tudor, Takeisha Kosugi, a cura di
Trade Mark - Experience in art, consulenza artistica Paolo De Martino, Teatro
San Ferdinando.
-1988
“Settembre a Napoli”, a cura di Gabriele Montagano, concerti di Bob Ashley,
Peter Gordon, etc.
-1989: “VI
colloquio di informatica musicale”, a cura del Gruppo ACEL, Villa Pignatelli.
-1990: VII
Festival di Musica Contemporanea
all’Institut Francais de Naples, a cura di Franco Pezzullo e del Centro
di cultura musicale (poi realizzato a Ischia fino alla scomparsa di Pezzullo).
-1990:
“Concerti” al Teatro Denza, a cura dell’Associazione Musica Insieme (a conclusione
dei corsi annuali di Franco Donatoni).
-1990/1994:
“Fino alla Nuova Musica”, incontri musicali a Galassia Gutenberg, Teatri della
Mostra d’Oltremare, a cura di Girolamo De Simone.
-1992:
“Musical Network”, a cura di Massimo Fargnoli e Giancarlo Sica, Rai.
-1994: “La
parola e la musica”, ciclo di incontri-concerto, Festa della Musica, Maschio
Angioino.
-1997/2003:
“Eclettica - Musica Millemondi”, direzione artistica di Girolamo De Simone,
Teatro Galleria Toledo / Villa Pignatelli (sette stagioni, alla quale va
aggiunta una propaggine estiva intitolata “Doppio Sogno Musica”. Le rassegne
raccolsero complessivamente centinaia di compositori ospiti e di prime
esecuzioni assolute o napoletane).
-1994/2005:
“Eventi Konsequenz”, a cura di Girolamo De Simone, Mostra d'Oltremare / sede
delle Edizioni Scientifiche Italiane / Teatro Sancarluccio / San Lorenzo
Maggiore e numerose altre location.
La nascita di «Konsequenz»
si colloca tra le iniziative rizomatiche che suppliscono all’assenza di
programmazione di accademie e istituzioni ufficiali. Alla fine del ‘93,
difatti, si consolida un progetto editoriale nato da convergenze e diversioni
tra intellettuali, musicisti, critici e giornalisti. Nel maggio di quell’anno,
dopo il successo editoriale di un pamphlet[4], e quello delle iniziative
musicali tenute nella sede delle Edizioni Scientifiche Italiane di Via
Chiatamone, nasce una nuova testata scientifica in grado di offrire ampi spazi
critici alla riflessione estetica sulle nuove musiche. Il primo numero di «Konsequenz»
appare nel gennaio del 1994. Si tratta di un volume privo di immagini, dal design
graffiante ed elegante. Il nome è preso in prestito da Adorno[5], non certo per tessere
l’ennesimo elogio al pensiero del francofortese ma per aleggiare la nozione di
‘echeggiamento’, di sviluppo del ‘conseguente’ di una frase. Per i musicisti
che fondano la rivista la parola ha un significato aggiuntivo più forte, quasi
letterale. Indica la ‘coerenza’, di un percorso non sempre facile, spesso non
allineato (i fuori-margine di Franco Rella o Deleuze/Guattari...), talvolta
eversivo. ‘Eversione’ culturale
significherà per i musicisti di «Konsequenz» uscire dal sistema, trivellare
superfici, ma anche riscoprire memorie sommerse, erodere territori, favorire
scorrimenti carsici.
Subito dopo la fondazione
il primo passo è quello di raccogliere adesione dal mondo della sperimentazione
nazionale e partenopea. Si riesce fin dal primo numero a coinvolgere un trio
tutto fiorentino: due pianisti-compositori, Giancarlo Cardini, Daniele
Lombardi, ed un pianista-musicologo come Riccardo Risaliti, che oggi insegna al
Mozarteum. Un contributo essenziale per la fabrica di un prodotto
omogeneo è offerto dall’esperienza e competenza di Francesco Bellofatto e
Alfredo D’Agnese, giornalisti di calibro e di grande esperienza di redazione.
Altri intellettuali, critici o musicisti che nel tempo pubblicheranno per la
testata saranno Giampiero Bigazzi, Gabriele Bonomo, Michele Bovi, Gennaro
Carillo, Paolo Castaldi, Enrico Correggia, Enrico Cocco, Renzo Cresti,
Francesco D’Episcopo, Agostino Di Scipio, Roberto Doati, Mario Gamba, Angelo
Gilardino, Max Fuschetto, Vincenzo Liguori, Giuseppe Limone, Guy Livingston,
Sergio Ragni, Lello Savonardo, Giulio de Martino, Manlio Sgalambro, Tommaso
Tozzi, Stefano Valanzuolo, Federico Vacalebre, Luigi Verdi. Altri
fiancheggiatori di grande prestigio, purtroppo oggi scomparsi, saranno Miriam
Donadoni Omodeo, Pietro Grossi, Luciano Chailly. La testata pubblicherà inediti
di Luc Ferrari (appunti di viaggio sulla sua produzione elettronica), Giuseppe
Chiari (voce italiana di Fluxus), Iain Chambers (immagini e miti metropolitani della cultura di massa);
lavori di Albert Mayr (aspetti del tempo sociale nella musica e nelle arti
sperimentali), Marco Boccitto (con un saggio su Zappa e una preziosa lettura
sociopolitica della musica africana), Walter Veltroni, Dino Villatico[6].
Delineare nomi, occasioni e
confini, però, non può bastare per spiegare le ragioni dell’unicità di
«Konsequenz». Essa è legata all’emergere di nuove esigenze creative ed alla
nascita di un modo completamente nuovo di immaginare e comporre, tale da
spingerci ad immaginare ‘conseguenti’ forme di estetica (quelle cosiddette ‘del
plagio’, su cui terremo uno Speciale TG2 Dossier) con specifici e individuati
percorsi compositivi (le cosiddette “musiche replicanti”). Nei primi numeri
della rivista verranno richiamate le prospettive ‘progressive’ in grado di
spiegare e di legittimare l’incredibile successo (anche commerciale) di alcuni
compositori. Tematiche che avevano sollecitato, fin dall’Ottantotto[7], una indagine sulle
ragioni socio-estetiche utili a superare i più seri impasse adorniani
(tra industria culturale ed opera, Kultur
e Zivilisation, produzione colta e jazz,
etc...)[8].
Nuovi compositori
riuscivano in quegli anni a rinnovare l’interfaccia col pubblico, ad utilizzare
l’industria ‘culturale’ (magari passando attraverso la fase
dell’autoproduzione) e, nonostante tutto ciò, ad essere decisamente figli del
loro tempo. Oggi è pensiero sufficientemente condiviso che sia stata
l’esperienza del napoletano Luciano
Cilio a sancire l’inizio della cosiddetta border music (o musica di
frontiera), con ragioni e radici rintracciabili nelle interferenze tra classica
e pop del genere progressive, e non negli sperimentalismi
deteriori che pur affascinarono in quegli anni gli spiriti più originali. A
partire dal 1977 (data di uscita dei Dialoghi del presente di Cilio,
edito dalla EMI) le immagini e i linguaggi usati, le tecniche sofisticate,
l’assimilazione delle altre culture, straordinariamente non ostacolarono la
fruizione musicale, ma la favorirono. La presenza e la ricerca tecnica e
tecnologica, portate dagli autori del cosiddetto periodo sperimentale ad esiti
soffocanti per la creatività, fortunatamente non riuscirono a monopolizzare le
opere dei ‘progressivi’, cominciando a risultare come semplici veicoli di un
senso possibile. Così un primo gruppo di compositori ed esecutori riscopre il
gusto del significato, che come scrive Neiwiller (e meno felicemente Nancy) è
il legame teso tra le cose. Appare
subito chiaro, però, che la semplice veicolarità di senso non sembra in grado
di consegnare a queste nuove opere musicali più di una ‘qualificazione’ molto
generica; l’intuizione fondante del
nostro percorso fu quindi che un vero significato, la percorribilità come
senso, non potesse che risiedere nella rivalutazione dell’altro, dell’indistinta unità o pluralità di fruitori, e della
generalità delle altre musiche
possibili a darsi.
Tutto ciò, apparentemente
molto complicato, finì col rivalutare il plurale delle musiche possibili nel
segno del crogiolo o del crossover (e già una conquista sembrò la
semplice possibilità di questa consapevolezza in un momento di forte
scontro teorico tra nuove frontiere e gli ‘ismi’ di scuole dominanti) e
naturalmente incrinare l’egemonia di quel primato tutto occidentale definito
dai teorici della seconda scuola di Vienna (e da Darmstadt) come sviluppo lineare della tradizione eurocentrica[9]. Nel primo numero di
«Konsequenz» (1994) si spiegano dettagliatamente le ragioni per le quali
occorre evitare di fare delle teorie adorniane, dopo averle assorbite e
storicizzate, una Weltanschauung[10].
Alla diffusione di queste
tesi sulle pagine di un quotidiano a diffusione nazionale[11] e su alcune riviste
specializzate, non mancò una levata di scudi a favore dell’ideologia
neo-viennese, reazione che non sfociò purtroppo in un dibattito serio, un
confronto serrato tra idee, ma in una battaglia sul campo che condusse al
successo delle musiche di frontiera e alla subitanea conversione al ‘nuovo’ dei
più algidi e retrivi compositori della vecchia scuola. Anche in questo caso, le
prassi finirono col sopravanzare le teorie,
Il procedimento ‘negativo’
(acquisito da Adorno per confutare Adorno), non è stato che il primo
passo di questo percorso. Nuove visioni prospettiche sono via via emerse ai
margini della cultura ufficiale, e la testata non ha mancato di segnalarle.
Tali intuizioni sono state divulgate sia attraverso «Konsequenz» (col gergo scientifico)
che sul quotidiano «il manifesto» (col gergo giornalistico e divulgativo). Panoramiche sul
fenomeno dell’home-self-maker (che produce musica ‘domestica’ sul suo
personal), del jnglemaker (che fabbrica spot di pochi secondi),
dell’autore di colonne sonore, del compositore-assemblatore-cibernauta (che
ispira e fonda l’estetica del plagio, con innumerevoli importantissime
conseguenze socioeconomiche e giuridiche), dei gruppi di popular, di
quelli che guardano al villaggio globale. La testata ha poi pubblicato nel 1996
un volume monografico su L’Altra avanguardia. Piccola storia della musica
contemporanea a Napoli, unico tentativo, finora, di dar conto e registrare
criticamente quanto avvenuto sia in sedi istituzionali che alternative (autori
come Cage, Chiari, Cardini, Correggia, Scelsi, etc. etc.).
La nascita di supporti
tecnologici o massmediali che diventano nuove opere, forme d’arte, oggetti
estetici; l’invenzione del cd-rom (cd-plus, dvd, superaudio, etc.), dei
minuscoli lettori mp3 (campeggia l’ipod Macintosh, in grado di cambiare le
abitudini di consumo musicale), dello streaming audio su internet; la
nascita di nuovi fenomeni e forme: lo spot, il cd-demo; opere/collage,
opere/Idra (si pensi a Zorn), opere/trash che anticipano lo scenario del
futuro (il futuro è ora), brani che ricevevono legittimazione estetica
nel raggiungimento di uno scopo: tutte acquisizioni oggi comuni, ma teorizzate
in quegli anni, con ricadute pratiche incredibili, in grado di sanare la
frattura con il pubblico generata dalla vecchia musica contemporanea.
Così il significato
dell’estetica si allarga e supera/ingloba i riferimenti tradizionali (l’impegno
politico, il bello, l’utilità sociale...). Una dimensione comunitaria,
profondamente metafisica, viene rilanciata ed avvalorata. Il brivido, il
piacere estetico, è quello che ‘rinvia all’altro’. Senso e qualità sono in
questo allontanamento non numerico, ma di complessità[12].
Le evenienze appena
descritte hanno condotto a delle operazioni pionieristiche di programmazione a
lungo respiro, le sole (per tipologia) registrate a Napoli negli ultimi anni
per durata e numero di interventi; nell’arco di un decennio sono state
sperimentate forme prima impensabili di esposizione al pubblico, in grado di rivoluzionare
la tradizionale formula del concerto tradizionale. Gli eventi sono stati
realizzati in molteplici strutture ricettive (ospitate a vario titolo o frutto
di collaborazioni), ed hanno raccolto migliaia di recensioni su periodici
specializzati e quotidiani. I luoghi sono stati la Mostra d’Oltremare (le prime
cinque edizioni di Galassia Gutenberg), la Galleria Toledo, il Teatro
Sancarluccio, numerose chiese (San Angelo a Nilo, Santa Chiara, San Lorenzo
Maggiore, etc.)[13]. Tra queste, una rassegna
storica è stata certamente “Eclettica – Musica Millemondi”. La ‘enne’ in
corsivo riportata nella prima edizione indicava i mille ‘modi’ della musica
contemporanea. Dando per appreso e assimilato il cammino dello sperimentalismo
si intendeva valorizzare la contiguità tra generi artistici differenti e la
declinazione delle musiche contemporanee all’insegna della mescolanza, della
contaminazione, del melting-pot. Nel 1997, per la prima volta in una
programmazione tanto lunga e articolata, venivano affiancati nomi di rilievo
nazionale ad interpreti e compositori partenopei. Non è facile rintracciare
prima del ’97, nella storia culturale e musicale napoletana, qualcosa di
analogo, con l’eccezione degli inerventi di programmazione di Luciano Cilio
(con i quali implicitamente dialogavamo). “Musica Millemondi” riesce per la
prima volta a dare visibilità ad eventi ‘rimossi’ dalla memoria storica
cittadina, ad offrire una sponda alle ‘memorie inconciliate’, senza per questo
togliere spazio alla più avanzata musica di frontiera (ed alla storia della
colta sperimentale): premevano alcune urgenze, vere e proprie ‘emergenze’. Esse
sono ormai note: i concerti dedicati a Luciano Cilio, Eugenio Fels, Francesco
D’Errico e a molti altri eccellenti musicisti colmano gravi lacune delle
programmazioni ufficiali. Di pari passo ospitiamo Ludovico Einaudi (molto prima
della sua affermazione internazionale), Cecilia Chailly, Arturo Stalteri, Max
Fuschetto. Dal mondo delle avanguardie convergono Giuseppe Chiari, Marco Fumo, Bruno Canino, Luca Mosca, Nicola
Cisternino, Giancarlo Schiaffini, Enrico Correggia ed il suo ensemble
Antidogma, Enrico Cocco, Riccardo Piacentini, Riccardo Vaglini, l’ensemble
SpazioMusica, Elio Martusciello e molti, molti altri musicisti che hanno
proposto e propongono per noi prime esecuzioni assolute o prime esecuzioni
napoletane (cfr. nota in calce). Una importante costola delle
programmazioni viene intitolata “Memorie elettriche”, e presenta
rimasterizzazioni digitali dei pionieri dell’elettronica e dell’elettroacustica
italiana (molto prima che venissero riscoperti e pubblicati da una etichetta
milanese come da noi auspicato): Pietro Grossi, Enore Zaffiri, Teresa Rampazzi.
Come spesso accade, il
successo editoriale e la penetrazione
teorica di «Konsequenz» e delle sue iniziative concertistiche attraverso
molteplici ‘azioni’ nei teatri cittadini e gli ‘eventi’ disseminati qua e
là, sono stati apprezzati e valutati
consentendoci una straordinaria penetrazione. Il dato riguarda sia le vendite
della testata che l’incidenza e la pervasività dei concerti della factory
sul territorio nazionale, cosa che sottintende la risposta delle forze musicali
più attive -meno distratte - del panorama musicale italiano. Mi pare opportuno,
in questa sede, ribadire il dato (talvolta già denunciato) della minore
ricezione meridionale, senza voler fare qui la cronistoria del nostro (maggior)
successo nelle grandi città del Nord. La realtà partenopea tende a valutare
localisticamente solo i dati istituzionali e a trascurare le avanguardie,
ancorché di successo. Essa ignora, finge di non vedere, si pone con l’arroganza
e l’autoreferenzialità tipiche delle realtà provinciali, ma poi ‘usa’ e clona
le nuove idee contraffacendone le più autentiche intuizioni e proponendone
copie sbiadite: vale a dire copie prive di memoria. Per questo una penetrazione
più efficace è avvenuta al di fuori di Napoli: la nostra azione ha prodotto
ricadute a Roma, Firenze, Milano[14], Boston, New York. Basta
dare un’occhiata alle recensioni pubblicate sui siti web di «Konsequenz» per
valutarne la portata, con produzioni che vengono ‘adottate’ da Jim O’Rourke e
collezionano recensioni in tutto il mondo, ma che a Napoli non fanno notizia,
nel segno della peggiore autodistruttività meridionale. Benché «Konsequenz» si presenti
come un progetto-azione di diretta emanazione dell’Associazione Ferenc Liszt,
già Ente di rilievo regionale, e nonostante il tentativo di coinvolgimento dei
critici musicali delle principali testate cittadine, dei compositori, degli
operatori delle maggiori associazioni regionali (fanno fede i sommari della
testata ed i dischi prodotti), una
sospetta indifferenza è sembrata prevalere, secondo il triste costume
meridiano. Tale diffidenza ha impedito ai principali operatori, teorici,
compositori di consorziarsi utilizzando come veicolo l’unica struttura che
avesse ‘aperto le porte’ a tutte le voci presenti nella città, e di stringersi
attorno al progetto, facendolo proprio e sostenendolo nel lungo periodo. Ciò
stranamente non è accaduto con i compositori ed i critici operanti nel resto
d’Italia, che invece hanno sempre offerto apporti continuativi, come può
riscontrarsi dai nostri sommari.
Tuttavia «Konsequenz» ha dato
voce e leggibilità nazionale alle istanze locali, sostenendo e talvolta
riuscendo anche ad indirizzare le scelte di quegli stessi compositori, critici
ed operatori che con tanto - forse simulato -
entusiasmo avevano partecipato alle nostre iniziative di presentazione.
Anche le istituzioni locali non hanno, dal canto loro, offerto sponde né
culturali né economiche né logistiche (in modo ufficiale e nelle opportune sedi
giornalistiche o associative), nonostante «Konsequenz» continuasse a
collezionare Premi ministeriali di eccellenza scientifica (l’ultimo nel 2002),
e riconoscimenti internazionali per le sue progettazioni. Nella cosiddetta
‘provincia dell’impero’ ha forse dato fastidio, creato imbarazzo, il fatto che
musicisti non legati ad alcuna scuola, di formazione e indirizzi variegati,
senza sponsorizzazioni politiche, privi dell’appoggio di qualsiasi lobby
economica, riuscissero a consolidare un progetto estetico ed operativo con tali
ricadute.
«Konsequenz» è oggi anche
piccola etichetta discografica, e ciò appare tanto più importante in quanto non
c’è emergente meridionale che non abbia fatto i conti con la cronica assenza di
strutture della nostra terra (sale d’incisione attrezzate, case discografiche,
rete distributiva). «Konsequenz» produce compact disc e si avvale di forme
varie di distribuzione: in allegato con la testata (Liguori Editore); i soli
dischi sono veicolati dalla romana “Silenzio distribuzione” e dalla napoletana
“Demos”. Abbiamo tre siti proprietari in continua espansione (www.konsequenz.it;
www.bordermusic.it;
www.girolamodesimone.com).
Il primo è ormai un vero portale compilato in due lingue, ed ha collezionato
decine di riconoscimenti; il terzo una creatura nata dalla necessità di “metterci
la faccia”, come si suol dire. Il nostro impegno di musicisti e compositori
appare dunque giocato in prima persona e si tramuta in prassi consolidate.
Più volte si è detto che
Napoli è un microcosmo che si nutre della sindrome dell’atollo. Tante monadi
agiscono e operano nella città seguendo la moda dell’esterofilia, e le
istituzioni non si preoccupano affatto di valutare o valorizzare i talenti
locali. Notava Ermanno Rea[15], riferendosi al decennio
tra gli anni Quaranta e Cinquanta: «furono un torrente i talenti che se ne
andarono. Resta un mistero il contributo pagato da Napoli allo sviluppo di
Milano e del resto d’Italia in termini di intelligenze esportate». E Luciano
Cilio diceva nell’Ottantadue, poco prima di morire: «Napoli è una città da
troppo tempo pericolosamente abbandonata dalle sue forze migliori. Persone che
l’assenza totale di strutture, stimoli, istituzioni e l’arroganza dei loro
stessi colleghi hanno costretto ad una vera e propria emigrazione forzata.
Decine di nomi fortunatamente ampiamente riconosciuti altrove, veri e propri
emigranti colpevoli di aver pensato e prodotto cose giuste e interessanti»[16].
Molte di queste lamentele
sono ancora attualissime. Anch’io pochi anni fa segnalavo su «Suono Sud», la
rivista dell’Istituto Nazionale per lo Sviluppo Musicale del Mezzogiorno
(Ismez), che «Napoli, al di là della retorica, vive probabilmente una ennesima
falsa primavera». Credo si possa dire oggi che la primavera è finita da un
pezzo e per il futuro intravedo solo un triste e plumbeo inverno. Cosa resta?
Naturalmente la musica dei singoli, l’emergenza (nel doppio significato di
‘nascita’ e di ‘stato di eccezionalità permanente’) dei molteplici talenti
individuali. Fortunatamente essi vengono riconosciuti al di fuori della città.
NOTA
Nell’intento di offrire agli studiosi una
fonte ‘autentica’ si riportano in questa nota nomi e cronologia di alcune
attività di programmazione, con l’esclusione di quelle anteriori al 1984 (data
della nascita dell’Ente di rilievo regionale Ferenc Liszt) e di quelle condotte
in altri luoghi della Campania o d’Italia. Tale cronologia non è (non può
essere) esaustiva per la mole dei musicisti ospitati e non comprende (non
può comprendere) i nomi di tutte le opere e dei molteplici Autori eseguiti.
“Il Suono e la Parola” (1984). Annotazioni e ascolto sulla/della Nuova Musica, a cura
di Girolamo De Simone, Convegno libreria Dehoniana, Napoli 23, 30 marzo, 5
aprile 1984. Gli incontri seguono ad una serie di interviste realizzate per un
quotidiano, e dalle quali emergeva con urgenza la necessità di un confronto fra
compositori partenopei. Con: Franco Di Lorenzo, Renato Piemontese, Enrico
Renna, Eugenio Fels, Gabriele Montagano, Girolamo De Simone. Nella giornata
dedicata agli “Spunti per una estetica improbabile” si ebbe modo di ascoltare
su nastro i materiali inediti di Luciano Cilio. “Fino alla nuova musica”
(1990-1994). Incontri musicali a Galassia Gutenberg, a cura di Girolamo De
Simone, Napoli, teatri della Mostra d’Oltremare. 1990: Girolamo De
Simone, Antonello Cannavale, Maria Libera Cerchia, Maria D’Arienzo. 1991:
Eugenio Fels, Antonello Cannavale, Maria Libera Cerchia, Girolamo De Simone,
Maria D’Arienzo, Claudio Bonechi, Silvia Belfiore, Pierfrancesco Colizzi. Nella
programmazione spicca l’omaggio ad Alberto Savinio e la ricognizione sulla
‘trascrizione’ come forma di ricomposizione e reinvenzione. Tra gli autori:
Dimitri Nicolau, Horatili Radulescu. 1992: Giuseppe Cassaro, Salvatore
Chianello, Vincenzo Pasceri, Fabrizio Salvatori, Rosella Ugoletti, Claudio
Bonechi, Girolamo De Simone, Davì Carnevale, Mariano Pavia, Eugenio Fels, Marco
Sannini, Roberto Schiano, Enrico Massa, Antonio Colonna. Nella programmazione
anche l’omaggio a Giannotto Bastianelli e alla musica di Cilio. 1993:
Vincenzo Maiello, Eugenio Fels, Claudio Bonechi, Girolamo De Simone. Il tema
verte sulle contaminazioni tra musica colta e jazz. 1994: prima assoluta
di Fabulae Contaminatae di Girolamo De Simone. “Eclettica – Musica
Millemondi” (1997-2003). Rassegna concertistica per il Teatro Galleria
Toledo, direzione artistica di Girolamo De Simone. 1997: Ludovico
Einaudi, Antonello Paliotti, Gianni Lamagna, Sandro Cerino, Ariele D’Ambrosio,
Girolamo De Simone, Eugenio Fels, Jennifer Mirra, Drummond Petrie, Giuseppe
Chiari, Marco Fumo, Giuseppe Cassaro, Enrico Grieco, Salvatore Lombardi, Piero
Viti, Quartetto dell’Accademia Chigiana, Claudio Bonechi, Riccardo Cimino,
Giancarlo Sica, Gruppo Acel Università Federico II, Raffaele Mascolo, Ensemble
Melencolia. Progetti e autori da segnalare: monografici per Luciano Cilio,
Frank Zappa, Fluxus, Giannotto Bastianelli; altri compositori eseguiti:
Giacinto Scelsi, Enrico Renna, Nyman, Preisner, Panariello, Mormile (…). 1998:
Paolo Lambiase, Piero Viti, Francesco Nastro, Pietro Condorelli, Francesco
D’Errico, Paolo Innarella, Eugenio Fels, Luca Mosca, Cecilia Chailly, Nicola
Cisternino, Giancarlo Schiaffini, Enrico Correggia, Ensemble Europeo Antidogma
Musica, Alessandro Petrosino, Koiné ensemble, Angelo Russo, Giovanni Guarrera,
Giuseppe Cassaro, Enza De Stefano. Da segnalare tra i monografici: omaggio a
Giacinto Scelsi, Convegno-concerto “Avanguardie musicali a confronto”; un
concerto a cura della bottega di composizione del Conservatorio di Napoli. Tra
gli autori eseguiti: Luciano Berio, Franco Donatoni, Alessandro Solbiati,
Enrico Renna, Daniele Lombardi, Francesco Pennisi, Guido Baggiani, Leo Brouwer,
Carlo Domeniconi (…). 1999: Trio
Mathis, Osvaldo Bellomo, Giovanni Fiorentino, Alessandro Petrosino, Gabriele
Denaro, Mariagrazia Terzo, Gabriella Olino, Enrico Cocco, Musica experimento,
Marco Pedrazzini, Dario Piludu, Bruno Canino, Antonio Fresa, Enrico Renna, Rita
Del Santo, Maurizio Villa, Carlo Mormile, Enrico Massa ed Hyperion Ensemble,
Roperto Parrozani, Tiziana Scandaletti, Salvatore Lombardi, Riccardo
Piacentini, Piero Viti, Giovanni Pascucci, Antidogma Ensemble. Tra i progetti da segnalare: Immagini Sonore
(esecuzione in sincrono di musiche per immagini); viaggio nel clarinetto del
Novecento. Tra i monografici: “Transizioni”, viaggio nella musica di Enrico
Renna. Tra gli autori: Giovanni Sollima, Franco Oppo. 2000: Arturo
Stalteri, Giulio Costanzo e le Percussioni Ketoniche, Giovanni Guarrera e
l’Orchestra dei Liberi Pensatori, Riccardo Vaglini e Arsenale Musica, Piero
Viti, Enrico Massa e Hyperion Ensemble, Marco Pedrazzini, Alessandro Petrosino
e Koiné ensemble, Massimiliano Fuschetto, Pericle Odierna, Giuliana
Cacciapuoti, Maurizio Piscitelli. Tra gli autori eseguiti: George Crumb, Carlos
Chavez, Steve Reich, Philip Glass. Tra i progetti: “Avanguardie musicali a
confronto”, dedicato alla musica acusmatica. 2001: Girolamo De Simone,
Bruno Persico, Massimiliano Fuschetto, Pasquale Capobianco, Irvin Vairetti.
Pier Paolo Iacopini, Drahomira Biligova, Pericle Odierna. Sono da segnalare i
cinque concerti dedicati alla musica elettronica ed elettroacustica: “Memorie
elettriche” (con molteplici ascolti d musiche elettroniche rimasterizzate), il
tematico Koyaanisqatsi di Max Fuschetto (P. Glass), e l’esplorazione
dedicata al “Sax nel Novecento”. Sempre nel 2001 si tiene al Museo Villa
Pignatelli “Doppio sogno in musica” a cura di Girolamo De Simone, con Gianmaria
Testa, Giancarlo Cardini, Jyri Millarinen, Monica Di Siena, Giovanni Auletta,
Girolamo De Simone, Max Fuschetto, Pasquale Capobianco, Irvin Vairetti. 2002:
Arturo Stalteri, Girolamo De Simone, Max Fuschetto, Claudio Lolli, Paolo
Capodacqua, Pietro Condorelli, Marco Parente, Giulio Costanzo, Eugenio Fels,
Enrico Cocco, Renata Cataldi, Pasquale Capobianco, Gian Lucio Esposito, Elio
Martusciello, Graziano Carbone, Ivan Messere, Quartetto chitarristico italiano.
La rassegna esplora i rapporti con il cinema con proiezioni di film di Peter
Greenaway (esecuzione live di musiche di Nyman), dei fratelli Quay (esecuzione
di musiche di Eno), etc. Continua la retrospettiva “Memorie elettriche”, con
molteplici ascolti di brani elettronici. 2003: Giovanni Antognozzi,
Andrea Bini, Luca Miti, Piero Mottola, Tommaso Tozzi, Alessandro Verdecchia,
Girolamo De Simone, Max Fuschetto, Paolo Boggio, Mike Cooper, Elio Martusciello,
Fabrizio Spera, Scuola di musica elettronica del Conservatorio di Napoli, Irvin
Vairetti, Antonio Longo, Ansiria, Patrizio Fariselli, Marco Micheli, Giovanni
Giorgi, Silvano Fusco, Gianluca Pezzino, Gianfranco Tirelli, Vincenzo Liguori
ed ensemble Associazione Musica Viva. Si segnalano: l’omaggio a Giuseppe
Chiari; “Sakamoto Blade” (di Max Fuschetto e Girolamo De Simone su musiche
originali di Sakamoto in collaborazione con l’Istituto di cultura giapponese),
ed i concerti di “Memorie elettriche” con prime assolute della compositrice
giapponese Fumiko Kimotsuki. In tutte le edizioni di “Memorie elettriche”
figurano autori storici delle più differenti scuole, in particolare di quella
parigina. Eventi Konsequenz (2004-2005). 2004: Teatro
Sancarluccio: “Remixed Music” di Max Fuschetto con Pasquale Capobianco, Irvin
Vairetti, Antonio Longo; “Elettronica viva” di Elio Martusciello e Girolamo De
Simone; “Folk-celtic, con Jenny Sorrenti, Marcello Vento ed altri; “Allegro
appassionato” con Eugenio Fels. Memorie elettriche: Lorenzo Brusci, Girolamo De
Simone, “Ricordo di Dallapiccola, Petrassi, Chailly”; “Opere collettive degli
anni Settanta, Pietro Grossi, Enore Zaffiri, Teresa Rampazzi”. Galassia Gutenberg: “Dieci anni di musica di
frontiera”, con Girolamo De Simone, Giulio de Martino, Max Fuschetto, Renata
Cataldi, Pasquale Capobianco. 2005: Galassia Gutenberg, “Mare, canzoni
da amare e da rubare” sul tema delle estetiche del plagio e delle musiche
replicanti, con Francesco Bellofatto, Claudio Chianura, Alfredo D’Agnese,
Giulio de Martino, Girolamo De Simone, Maurizio Piscitelli, Lello Savonardo,
Max Fuschetto, Giulio Costanzo, Irvin Vairetti. Le attività del 2005, reperibili
sul nostro sito proprietario sono state molteplici, tenute in collaborazione
con alcuni teatri cittadini e la Mostra meridionale del libro Galassia
Gutenberg. Sono in corso attualmente le attività del 2006.
[1] Ciò non esclude la possibilità di un
gioco estetico solo immaginativo (talvolta visionario e preveggente):
eventualità ludica percorsa più volte fin dal 1988. Cfr. G. De Simone, Le parole sospese, Edizioni
Scientifiche Italiane, Napoli 1988.
[2] G.
De Simone, L’Altra avanguardia, piccola storia della musica
contemporanea a Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1996,
monografico della rivista «Konsequenz».
[3] Nell’elenco non compaiono le rassegne
istituzionali né le esperienze di associazioni che
hanno duplicato il nostro percorso. Le une e le altre sono tuttavia
registrate e commentate, fino al 1994, in G.
De Simone, L’altra avanguardia…, cit. Altri accessi su riviste: G. De Simone, Una ricerca musicale
nel mezzogiorno, in «Nord e Sud», anno XXXVIII, n. 2, Edizioni Scientifiche
Italiane, Napoli 1991. G. De Simone,
Croce e l'estetica musicale italiana (compare anche Parente), in «Nord e
Sud», anno XXXIX, n. 3, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1992. G. De Simone, Per Luciano Cilio
musicista, in «Nord e Sud», anno XL, n 2, Edizioni Scientifiche Italiane,
Napoli 1993. G. De Simone, Per
una storia delle memorie inconciliate, in «Nord e Sud», anno XLVI, Speciale
su “Napoli Città-conflitto” a cura di G.
de Martino Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999. G. De Simone, La sindrome
dell'atollo, l'esperienza di «Konsequenz» nella (falsa?) primavera napoletana,
in «Suono Sud» n. 28 Estate 1996. “Speciale Napoli, Le parole del Rinascimento”
ISMEZ, Roma 1996. G. De Simone,
I suoni nel contemporaneo: dalla Radio della Svizzera Italiana al Festival
Mille Mondi di Napoli, Editoriale-saggio in «Rassegna Musicale Curci», anno
LII n. 2, CURCI, Milano 1999. G. De
Simone L'avvento della Border Music, In «Rassegna Musicale
Curci», anno LIII n. 3 CURCI, Milano 2000.
[4] G.
De Simone, Manuale del mancato virtuoso, Lasciate i pianisti nelle
gabbie, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1993.
[5] T.W. Adorno, Improptus, trad. it.,
Feltrinelli, Milano 1979.
[6] Non è possibile citare qui tutti gli
Autori apparsi su «Konsequenz» nei suoi undici anni di vita. Se ne può tentare
una panoramica molto parziale rinviando al sito proprietario www.konsequenz.it per i sommari completi.
Tra gli Autori: Paolo Coteni, Claudio Bonechi, Lorenzo Brusci, Mario Campanino,
Anna Cepollaro, Venanzio D’Agostino,
Francesco D’Errico, Costanza Falanga, Eugenio Fels, Emanuela Grimaccia, Paolo
Lambiase, Elio Martusciello, Luca Miti, Alessandro Petrosino, Maurizio
Piscitelli, Enrico Renna, Roberto
Santarsiere, Giancarlo Tirelli, Riccardo Vaglini, Alessandro Vecchiotti, Piero
Viti e tanti altri.
[7] G.
De Simone, Le parole sospese, Edizioni Scientifiche Italiane,
Napoli 1988.
[8] Cfr. G.
De Simone, Perché «Konsequenz», in «Konsequenz», n. 1/94,
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1994, pagg. 3 ss.
[9] Cfr. A.
Schoenberg, Manuale d'armonia, trad. it., Il Saggiatore, Milano
1980, pagg. 34 ss., in cui l'autore pare esprimere chiaramente questa
preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione lineare
dell'armonia tradizionale.
[10] Cfr. T.W.
Adorno, Terminologia filosofica, trad. it., Einaudi, Torino 1975,
lezione decima, pagg. 112 ss.
[11] Il quotidiano è il manifesto. Una raccolta di quegli articoli, fino ai più recenti, si può reperire su www.girolamodesimone.com.
[12] G. De Simone, Musiche Replicanti. Dalle Estetiche del plagio alle nuove Metafonie, Liguori Editore, Napoli 2005.
[13] Anche le ricadute sul territorio regionale sono state molteplici: abbiamo realizzato spettacoli e istallazioni nelle Ville Vesuviane, a Baia, nell’aversano, etc.
[14] Si citano a a puro titolo di esempio le collaborazioni con la storica associazione romana “Musica Verticale” e quelle con il “PAC”, Padiglione d’arte Contemporanea, di Milano.
[15] è
il best seller Mistero napoletano, pubblicato da Einaudi alla fine del
1995.
[16] L.
Cilio, C'è una strada nel sottobosco..., “Il Mattino” del 9 agosto 1982.