Nuove frontiere musicali a Napoli dagli anni Ottanta alla contemporaneità

 

di Girolamo De Simone

 

La validità delle tesi è nella loro efficacia; vale a dire che le teorie estetiche andrebbero sempre convalidate dalle prassi[1]. Seguendo questa traccia, nella consapevolezza che il futuro non possa prescindere dalla memoria di quanto già acquisito, in questo breve lavoro verranno proposte (indicizzate) alcune vicende contemporanee e di frontiera, con riguardo alla presenza autorale a Napoli (compositori ed interpreti provenienti dal panorama nazionale e internazionale), con accento sulle iniziative concertistiche/musicali, editoriali, discografiche, e sugli esiti di una disseminazione che talvolta ha comportato una emigrazione ‘interna’ od ‘esterna’ - più o meno volontaria - dei musicisti partenopei e campani.

 

Il contesto

Più volte, in sedi diverse ed eterogenee, ho raccontato quanto avvenuto a Napoli a partire dal 1973[2]. Non pare tuttavia inopportuno richiamare sinteticamente quel panorama e ripetere la cronologia di quelle che sono apparse come le proposte più significative [3]:

 

-1981: “Avanguardia e Ricerca a Napoli negli anni Settanta”, a cura di Luciano Cilio, Villa Pignatelli.

-1981: “Suite per un Castello”, a cura di Pasquale Scialò e Aldo Sisillo, Castello di San Martino, Estate a Napoli.

-1982: “Incontri Nazionali della Nuova Musica”, a cura di Luciano Cilio, Villa Pignatelli.

-1984: “Il Suono e la Parola, Annotazioni e ascolto sulla/della Nuova Musica”, a cura di Girolamo De Simone, Convegno alla libreria Dehoniana di Via Depretis.

-1985: “Concerti Inaugurali della Ferenc Liszt”, a cura di Girolamo De Simone,  Santa Chiara.

-1985: “Events”: Merce Cunningham, John Cage, David Tudor, Takeisha Kosugi, a cura di Trade Mark - Experience in art, consulenza artistica Paolo De Martino, Teatro San Ferdinando.

-1988 “Settembre a Napoli”, a cura di Gabriele Montagano, concerti di Bob Ashley, Peter Gordon, etc.

-1989: “VI colloquio di informatica musicale”, a cura del Gruppo ACEL, Villa Pignatelli.

-1990: VII Festival di Musica Contemporanea  all’Institut Francais de Naples, a cura di Franco Pezzullo e del Centro di cultura musicale (poi realizzato a Ischia fino alla scomparsa di Pezzullo).

-1990: “Concerti” al Teatro Denza, a cura dell’Associazione Musica Insieme (a conclusione dei corsi annuali di Franco Donatoni).

-1990/1994: “Fino alla Nuova Musica”, incontri musicali a Galassia Gutenberg, Teatri della Mostra d’Oltremare, a cura di Girolamo De Simone.

-1992: “Musical Network”, a cura di Massimo Fargnoli e Giancarlo Sica, Rai.

-1994: “La parola e la musica”, ciclo di incontri-concerto, Festa della Musica, Maschio Angioino. 

-1997/2003: “Eclettica - Musica Millemondi”, direzione artistica di Girolamo De Simone, Teatro Galleria Toledo / Villa Pignatelli (sette stagioni, alla quale va aggiunta una propaggine estiva intitolata “Doppio Sogno Musica”. Le rassegne raccolsero complessivamente centinaia di compositori ospiti e di prime esecuzioni assolute o napoletane).

-1994/2005: “Eventi Konsequenz”, a cura di Girolamo De Simone, Mostra d'Oltremare / sede delle Edizioni Scientifiche Italiane / Teatro Sancarluccio / San Lorenzo Maggiore e numerose altre location.

 

La nascita di «Konsequenz» si colloca tra le iniziative rizomatiche che suppliscono all’assenza di programmazione di accademie e istituzioni ufficiali. Alla fine del ‘93, difatti, si consolida un progetto editoriale nato da convergenze e diversioni tra intellettuali, musicisti, critici e giornalisti. Nel maggio di quell’anno, dopo il successo editoriale di un pamphlet[4], e quello delle iniziative musicali tenute nella sede delle Edizioni Scientifiche Italiane di Via Chiatamone, nasce una nuova testata scientifica in grado di offrire ampi spazi critici alla riflessione estetica sulle nuove musiche. Il primo numero di «Konsequenz» appare nel gennaio del 1994. Si tratta di un volume privo di immagini, dal design graffiante ed elegante. Il nome è preso in prestito da Adorno[5], non certo per tessere l’ennesimo elogio al pensiero del francofortese ma per aleggiare la nozione di ‘echeggiamento’, di sviluppo del ‘conseguente’ di una frase. Per i musicisti che fondano la rivista la parola ha un significato aggiuntivo più forte, quasi letterale. Indica la ‘coerenza’, di un percorso non sempre facile, spesso non allineato (i fuori-margine di Franco Rella o Deleuze/Guattari...), talvolta eversivo.  ‘Eversione’ culturale significherà per i musicisti di «Konsequenz» uscire dal sistema, trivellare superfici, ma anche riscoprire memorie sommerse, erodere territori, favorire scorrimenti carsici.

Subito dopo la fondazione il primo passo è quello di raccogliere adesione dal mondo della sperimentazione nazionale e partenopea. Si riesce fin dal primo numero a coinvolgere un trio tutto fiorentino: due pianisti-compositori, Giancarlo Cardini, Daniele Lombardi, ed un pianista-musicologo come Riccardo Risaliti, che oggi insegna al Mozarteum. Un contributo essenziale per la fabrica di un prodotto omogeneo è offerto dall’esperienza e competenza di Francesco Bellofatto e Alfredo D’Agnese, giornalisti di calibro e di grande esperienza di redazione. Altri intellettuali, critici o musicisti che nel tempo pubblicheranno per la testata saranno Giampiero Bigazzi, Gabriele Bonomo, Michele Bovi, Gennaro Carillo, Paolo Castaldi, Enrico Correggia, Enrico Cocco, Renzo Cresti, Francesco D’Episcopo, Agostino Di Scipio, Roberto Doati, Mario Gamba, Angelo Gilardino, Max Fuschetto, Vincenzo Liguori, Giuseppe Limone, Guy Livingston, Sergio Ragni, Lello Savonardo, Giulio de Martino, Manlio Sgalambro, Tommaso Tozzi, Stefano Valanzuolo, Federico Vacalebre, Luigi Verdi. Altri fiancheggiatori di grande prestigio, purtroppo oggi scomparsi, saranno Miriam Donadoni Omodeo, Pietro Grossi, Luciano Chailly. La testata pubblicherà inediti di Luc Ferrari (appunti di viaggio sulla sua produzione elettronica), Giuseppe Chiari (voce italiana di Fluxus), Iain Chambers (immagini e  miti metropolitani della cultura di massa); lavori di Albert Mayr (aspetti del tempo sociale nella musica e nelle arti sperimentali), Marco Boccitto (con un saggio su Zappa e una preziosa lettura sociopolitica della musica africana), Walter Veltroni, Dino Villatico[6].

 

L’apporto teorico

Delineare nomi, occasioni e confini, però, non può bastare per spiegare le ragioni dell’unicità di «Konsequenz». Essa è legata all’emergere di nuove esigenze creative ed alla nascita di un modo completamente nuovo di immaginare e comporre, tale da spingerci ad immaginare ‘conseguenti’ forme di estetica (quelle cosiddette ‘del plagio’, su cui terremo uno Speciale TG2 Dossier) con specifici e individuati percorsi compositivi (le cosiddette “musiche replicanti”). Nei primi numeri della rivista verranno richiamate le prospettive ‘progressive’ in grado di spiegare e di legittimare l’incredibile successo (anche commerciale) di alcuni compositori. Tematiche che avevano sollecitato, fin dall’Ottantotto[7], una indagine sulle ragioni socio-estetiche utili a superare i più seri impasse adorniani (tra industria culturale ed opera, Kultur e Zivilisation, produzione colta e jazz, etc...)[8].

Nuovi compositori riuscivano in quegli anni a rinnovare l’interfaccia col pubblico, ad utilizzare l’industria ‘culturale’ (magari passando attraverso la fase dell’autoproduzione) e, nonostante tutto ciò, ad essere decisamente figli del loro tempo. Oggi è pensiero sufficientemente condiviso che sia stata l’esperienza  del napoletano Luciano Cilio a sancire l’inizio della cosiddetta border music (o musica di frontiera), con ragioni e radici rintracciabili nelle interferenze tra classica e pop del genere progressive, e non negli sperimentalismi deteriori che pur affascinarono in quegli anni gli spiriti più originali. A partire dal 1977 (data di uscita dei Dialoghi del presente di Cilio, edito dalla EMI) le immagini e i linguaggi usati, le tecniche sofisticate, l’assimilazione delle altre culture, straordinariamente non ostacolarono la fruizione musicale, ma la favorirono. La presenza e la ricerca tecnica e tecnologica, portate dagli autori del cosiddetto periodo sperimentale ad esiti soffocanti per la creatività, fortunatamente non riuscirono a monopolizzare le opere dei ‘progressivi’, cominciando a risultare come semplici veicoli di un senso possibile. Così un primo gruppo di compositori ed esecutori riscopre il gusto del significato, che come scrive Neiwiller (e meno felicemente Nancy) è il legame teso tra le cose. Appare subito chiaro, però, che la semplice veicolarità di senso non sembra in grado di consegnare a queste nuove opere musicali più di una ‘qualificazione’ molto generica;  l’intuizione fondante del nostro percorso fu quindi che un vero significato, la percorribilità come senso, non potesse che risiedere nella rivalutazione dell’altro, dell’indistinta unità o pluralità di fruitori, e della generalità delle altre musiche possibili a darsi.

Tutto ciò, apparentemente molto complicato, finì col rivalutare il plurale delle musiche possibili nel segno del crogiolo o del crossover (e già una conquista sembrò la semplice possibilità di questa consapevolezza in un momento di forte scontro teorico tra nuove frontiere e gli ‘ismi’ di scuole dominanti) e naturalmente incrinare l’egemonia di quel primato tutto occidentale definito dai teorici della seconda scuola di Vienna (e da Darmstadt) come sviluppo lineare della tradizione eurocentrica[9]. Nel primo numero di «Konsequenz» (1994) si spiegano dettagliatamente le ragioni per le quali occorre evitare di fare delle teorie adorniane, dopo averle assorbite e storicizzate, una Weltanschauung[10].

Alla diffusione di queste tesi sulle pagine di un quotidiano a diffusione nazionale[11] e su alcune riviste specializzate, non mancò una levata di scudi a favore dell’ideologia neo-viennese, reazione che non sfociò purtroppo in un dibattito serio, un confronto serrato tra idee, ma in una battaglia sul campo che condusse al successo delle musiche di frontiera e alla subitanea conversione al ‘nuovo’ dei più algidi e retrivi compositori della vecchia scuola. Anche in questo caso, le prassi finirono col sopravanzare le teorie,

Il procedimento ‘negativo’ (acquisito da Adorno per confutare Adorno), non è stato che il primo passo di questo percorso. Nuove visioni prospettiche sono via via emerse ai margini della cultura ufficiale, e la testata non ha mancato di segnalarle. Tali intuizioni sono state divulgate sia attraverso «Konsequenz» (col gergo scientifico) che sul quotidiano «il manifesto» (col gergo giornalistico e divulgativo). Panoramiche sul fenomeno dell’home-self-maker (che produce musica ‘domestica’ sul suo personal), del jnglemaker (che fabbrica spot di pochi secondi), dell’autore di colonne sonore, del compositore-assemblatore-cibernauta (che ispira e fonda l’estetica del plagio, con innumerevoli importantissime conseguenze socioeconomiche e giuridiche), dei gruppi di popular, di quelli che guardano al villaggio globale. La testata ha poi pubblicato nel 1996 un volume monografico su L’Altra avanguardia. Piccola storia della musica contemporanea a Napoli, unico tentativo, finora, di dar conto e registrare criticamente quanto avvenuto sia in sedi istituzionali che alternative (autori come Cage, Chiari, Cardini, Correggia, Scelsi, etc. etc.).

La nascita di supporti tecnologici o massmediali che diventano nuove opere, forme d’arte, oggetti estetici; l’invenzione del cd-rom (cd-plus, dvd, superaudio, etc.), dei minuscoli lettori mp3 (campeggia l’ipod Macintosh, in grado di cambiare le abitudini di consumo musicale), dello streaming audio su internet; la nascita di nuovi fenomeni e forme: lo spot, il cd-demo; opere/collage, opere/Idra (si pensi a Zorn), opere/trash che anticipano lo scenario del futuro (il futuro è ora), brani che ricevevono legittimazione estetica nel raggiungimento di uno scopo: tutte acquisizioni oggi comuni, ma teorizzate in quegli anni, con ricadute pratiche incredibili, in grado di sanare la frattura con il pubblico generata dalla vecchia musica contemporanea.

Così il significato dell’estetica si allarga e supera/ingloba i riferimenti tradizionali (l’impegno politico, il bello, l’utilità sociale...). Una dimensione comunitaria, profondamente metafisica, viene rilanciata ed avvalorata. Il brivido, il piacere estetico, è quello che ‘rinvia all’altro’. Senso e qualità sono in questo allontanamento non numerico, ma di complessità[12].

 

Le prassi: programmazioni, eventi

Le evenienze appena descritte hanno condotto a delle operazioni pionieristiche di programmazione a lungo respiro, le sole (per tipologia) registrate a Napoli negli ultimi anni per durata e numero di interventi; nell’arco di un decennio sono state sperimentate forme prima impensabili di esposizione al pubblico, in grado di rivoluzionare la tradizionale formula del concerto tradizionale. Gli eventi sono stati realizzati in molteplici strutture ricettive (ospitate a vario titolo o frutto di collaborazioni), ed hanno raccolto migliaia di recensioni su periodici specializzati e quotidiani. I luoghi sono stati la Mostra d’Oltremare (le prime cinque edizioni di Galassia Gutenberg), la Galleria Toledo, il Teatro Sancarluccio, numerose chiese (San Angelo a Nilo, Santa Chiara, San Lorenzo Maggiore, etc.)[13]. Tra queste, una rassegna storica è stata certamente “Eclettica – Musica Millemondi”. La ‘enne’ in corsivo riportata nella prima edizione indicava i mille ‘modi’ della musica contemporanea. Dando per appreso e assimilato il cammino dello sperimentalismo si intendeva valorizzare la contiguità tra generi artistici differenti e la declinazione delle musiche contemporanee all’insegna della mescolanza, della contaminazione, del melting-pot. Nel 1997, per la prima volta in una programmazione tanto lunga e articolata, venivano affiancati nomi di rilievo nazionale ad interpreti e compositori partenopei. Non è facile rintracciare prima del ’97, nella storia culturale e musicale napoletana, qualcosa di analogo, con l’eccezione degli inerventi di programmazione di Luciano Cilio (con i quali implicitamente dialogavamo). “Musica Millemondi” riesce per la prima volta a dare visibilità ad eventi ‘rimossi’ dalla memoria storica cittadina, ad offrire una sponda alle ‘memorie inconciliate’, senza per questo togliere spazio alla più avanzata musica di frontiera (ed alla storia della colta sperimentale): premevano alcune urgenze, vere e proprie ‘emergenze’. Esse sono ormai note: i concerti dedicati a Luciano Cilio, Eugenio Fels, Francesco D’Errico e a molti altri eccellenti musicisti colmano gravi lacune delle programmazioni ufficiali. Di pari passo ospitiamo Ludovico Einaudi (molto prima della sua affermazione internazionale), Cecilia Chailly, Arturo Stalteri, Max Fuschetto. Dal mondo delle avanguardie convergono  Giuseppe Chiari, Marco Fumo, Bruno Canino, Luca Mosca, Nicola Cisternino, Giancarlo Schiaffini, Enrico Correggia ed il suo ensemble Antidogma, Enrico Cocco, Riccardo Piacentini, Riccardo Vaglini, l’ensemble SpazioMusica, Elio Martusciello e molti, molti altri musicisti che hanno proposto e propongono per noi prime esecuzioni assolute o prime esecuzioni napoletane (cfr. nota in calce). Una importante costola delle programmazioni viene intitolata “Memorie elettriche”, e presenta rimasterizzazioni digitali dei pionieri dell’elettronica e dell’elettroacustica italiana (molto prima che venissero riscoperti e pubblicati da una etichetta milanese come da noi auspicato): Pietro Grossi, Enore Zaffiri, Teresa Rampazzi.

 

Esiti

Come spesso accade, il successo editoriale e la penetrazione  teorica di «Konsequenz» e delle sue iniziative concertistiche attraverso molteplici ‘azioni’ nei teatri cittadini e gli ‘eventi’ disseminati qua e là,  sono stati apprezzati e valutati consentendoci una straordinaria penetrazione. Il dato riguarda sia le vendite della testata che l’incidenza e la pervasività dei concerti della factory sul territorio nazionale, cosa che sottintende la risposta delle forze musicali più attive -meno distratte - del panorama musicale italiano. Mi pare opportuno, in questa sede, ribadire il dato (talvolta già denunciato) della minore ricezione meridionale, senza voler fare qui la cronistoria del nostro (maggior) successo nelle grandi città del Nord. La realtà partenopea tende a valutare localisticamente solo i dati istituzionali e a trascurare le avanguardie, ancorché di successo. Essa ignora, finge di non vedere, si pone con l’arroganza e l’autoreferenzialità tipiche delle realtà provinciali, ma poi ‘usa’ e clona le nuove idee contraffacendone le più autentiche intuizioni e proponendone copie sbiadite: vale a dire copie prive di memoria. Per questo una penetrazione più efficace è avvenuta al di fuori di Napoli: la nostra azione ha prodotto ricadute a Roma, Firenze, Milano[14], Boston, New York. Basta dare un’occhiata alle recensioni pubblicate sui siti web di «Konsequenz» per valutarne la portata, con produzioni che vengono ‘adottate’ da Jim O’Rourke e collezionano recensioni in tutto il mondo, ma che a Napoli non fanno notizia, nel segno della peggiore autodistruttività meridionale. Benché «Konsequenz» si presenti come un progetto-azione di diretta emanazione dell’Associazione Ferenc Liszt, già Ente di rilievo regionale, e nonostante il tentativo di coinvolgimento dei critici musicali delle principali testate cittadine, dei compositori, degli operatori delle maggiori associazioni regionali (fanno fede i sommari della testata ed i dischi prodotti),  una sospetta indifferenza è sembrata prevalere, secondo il triste costume meridiano. Tale diffidenza ha impedito ai principali operatori, teorici, compositori di consorziarsi utilizzando come veicolo l’unica struttura che avesse ‘aperto le porte’ a tutte le voci presenti nella città, e di stringersi attorno al progetto, facendolo proprio e sostenendolo nel lungo periodo. Ciò stranamente non è accaduto con i compositori ed i critici operanti nel resto d’Italia, che invece hanno sempre offerto apporti continuativi, come può riscontrarsi dai nostri sommari.

Tuttavia «Konsequenz» ha dato voce e leggibilità nazionale alle istanze locali, sostenendo e talvolta riuscendo anche ad indirizzare le scelte di quegli stessi compositori, critici ed operatori che con tanto - forse simulato -  entusiasmo avevano partecipato alle nostre iniziative di presentazione. Anche le istituzioni locali non hanno, dal canto loro, offerto sponde né culturali né economiche né logistiche (in modo ufficiale e nelle opportune sedi giornalistiche o associative), nonostante «Konsequenz» continuasse a collezionare Premi ministeriali di eccellenza scientifica (l’ultimo nel 2002), e riconoscimenti internazionali per le sue progettazioni. Nella cosiddetta ‘provincia dell’impero’ ha forse dato fastidio, creato imbarazzo, il fatto che musicisti non legati ad alcuna scuola, di formazione e indirizzi variegati, senza sponsorizzazioni politiche, privi dell’appoggio di qualsiasi lobby economica, riuscissero a consolidare un progetto estetico ed operativo con tali ricadute.

«Konsequenz» è oggi anche piccola etichetta discografica, e ciò appare tanto più importante in quanto non c’è emergente meridionale che non abbia fatto i conti con la cronica assenza di strutture della nostra terra (sale d’incisione attrezzate, case discografiche, rete distributiva). «Konsequenz» produce compact disc e si avvale di forme varie di distribuzione: in allegato con la testata (Liguori Editore); i soli dischi sono veicolati dalla romana “Silenzio distribuzione” e dalla napoletana “Demos”. Abbiamo tre siti proprietari in continua espansione (www.konsequenz.it; www.bordermusic.it; www.girolamodesimone.com). Il primo è ormai un vero portale compilato in due lingue, ed ha collezionato decine di riconoscimenti; il terzo una creatura nata dalla necessità di “metterci la faccia”, come si suol dire. Il nostro impegno di musicisti e compositori appare dunque giocato in prima persona e si tramuta in prassi consolidate.

 

Il futuro

Più volte si è detto che Napoli è un microcosmo che si nutre della sindrome dell’atollo. Tante monadi agiscono e operano nella città seguendo la moda dell’esterofilia, e le istituzioni non si preoccupano affatto di valutare o valorizzare i talenti locali. Notava Ermanno Rea[15], riferendosi al decennio tra gli anni Quaranta e Cinquanta: «furono un torrente i talenti che se ne andarono. Resta un mistero il contributo pagato da Napoli allo sviluppo di Milano e del resto d’Italia in termini di intelligenze esportate». E Luciano Cilio diceva nell’Ottantadue, poco prima di morire: «Napoli è una città da troppo tempo pericolosamente abbandonata dalle sue forze migliori. Persone che l’assenza totale di strutture, stimoli, istituzioni e l’arroganza dei loro stessi colleghi hanno costretto ad una vera e propria emigrazione forzata. Decine di nomi fortunatamente ampiamente riconosciuti altrove, veri e propri emigranti colpevoli di aver pensato e prodotto cose giuste e interessanti»[16].

Molte di queste lamentele sono ancora attualissime. Anch’io pochi anni fa segnalavo su «Suono Sud», la rivista dell’Istituto Nazionale per lo Sviluppo Musicale del Mezzogiorno (Ismez), che «Napoli, al di là della retorica, vive probabilmente una ennesima falsa primavera». Credo si possa dire oggi che la primavera è finita da un pezzo e per il futuro intravedo solo un triste e plumbeo inverno. Cosa resta? Naturalmente la musica dei singoli, l’emergenza (nel doppio significato di ‘nascita’ e di ‘stato di eccezionalità permanente’) dei molteplici talenti individuali. Fortunatamente essi vengono riconosciuti al di fuori della città.

 

 

NOTA

Nell’intento di offrire agli studiosi una fonte ‘autentica’ si riportano in questa nota nomi e cronologia di alcune attività di programmazione, con l’esclusione di quelle anteriori al 1984 (data della nascita dell’Ente di rilievo regionale Ferenc Liszt) e di quelle condotte in altri luoghi della Campania o d’Italia. Tale cronologia non è (non può essere) esaustiva per la mole dei musicisti ospitati e non comprende (non può comprendere) i nomi di tutte le opere e dei molteplici Autori eseguiti.

 “Il Suono e la Parola” (1984). Annotazioni e ascolto sulla/della Nuova Musica, a cura di Girolamo De Simone, Convegno libreria Dehoniana, Napoli 23, 30 marzo, 5 aprile 1984. Gli incontri seguono ad una serie di interviste realizzate per un quotidiano, e dalle quali emergeva con urgenza la necessità di un confronto fra compositori partenopei. Con: Franco Di Lorenzo, Renato Piemontese, Enrico Renna, Eugenio Fels, Gabriele Montagano, Girolamo De Simone. Nella giornata dedicata agli “Spunti per una estetica improbabile” si ebbe modo di ascoltare su nastro i materiali inediti di Luciano Cilio. “Fino alla nuova musica” (1990-1994). Incontri musicali a Galassia Gutenberg, a cura di Girolamo De Simone, Napoli, teatri della Mostra d’Oltremare. 1990: Girolamo De Simone, Antonello Cannavale, Maria Libera Cerchia, Maria D’Arienzo. 1991: Eugenio Fels, Antonello Cannavale, Maria Libera Cerchia, Girolamo De Simone, Maria D’Arienzo, Claudio Bonechi, Silvia Belfiore, Pierfrancesco Colizzi. Nella programmazione spicca l’omaggio ad Alberto Savinio e la ricognizione sulla ‘trascrizione’ come forma di ricomposizione e reinvenzione. Tra gli autori: Dimitri Nicolau, Horatili Radulescu. 1992: Giuseppe Cassaro, Salvatore Chianello, Vincenzo Pasceri, Fabrizio Salvatori, Rosella Ugoletti, Claudio Bonechi, Girolamo De Simone, Davì Carnevale, Mariano Pavia, Eugenio Fels, Marco Sannini, Roberto Schiano, Enrico Massa, Antonio Colonna. Nella programmazione anche l’omaggio a Giannotto Bastianelli e alla musica di Cilio. 1993: Vincenzo Maiello, Eugenio Fels, Claudio Bonechi, Girolamo De Simone. Il tema verte sulle contaminazioni tra musica colta e jazz. 1994: prima assoluta di Fabulae Contaminatae di Girolamo De Simone. “Eclettica – Musica Millemondi” (1997-2003). Rassegna concertistica per il Teatro Galleria Toledo, direzione artistica di Girolamo De Simone. 1997: Ludovico Einaudi, Antonello Paliotti, Gianni Lamagna, Sandro Cerino, Ariele D’Ambrosio, Girolamo De Simone, Eugenio Fels, Jennifer Mirra, Drummond Petrie, Giuseppe Chiari, Marco Fumo, Giuseppe Cassaro, Enrico Grieco, Salvatore Lombardi, Piero Viti, Quartetto dell’Accademia Chigiana, Claudio Bonechi, Riccardo Cimino, Giancarlo Sica, Gruppo Acel Università Federico II, Raffaele Mascolo, Ensemble Melencolia. Progetti e autori da segnalare: monografici per Luciano Cilio, Frank Zappa, Fluxus, Giannotto Bastianelli; altri compositori eseguiti: Giacinto Scelsi, Enrico Renna, Nyman, Preisner, Panariello, Mormile (…). 1998: Paolo Lambiase, Piero Viti, Francesco Nastro, Pietro Condorelli, Francesco D’Errico, Paolo Innarella, Eugenio Fels, Luca Mosca, Cecilia Chailly, Nicola Cisternino, Giancarlo Schiaffini, Enrico Correggia, Ensemble Europeo Antidogma Musica, Alessandro Petrosino, Koiné ensemble, Angelo Russo, Giovanni Guarrera, Giuseppe Cassaro, Enza De Stefano. Da segnalare tra i monografici: omaggio a Giacinto Scelsi, Convegno-concerto “Avanguardie musicali a confronto”; un concerto a cura della bottega di composizione del Conservatorio di Napoli. Tra gli autori eseguiti: Luciano Berio, Franco Donatoni, Alessandro Solbiati, Enrico Renna, Daniele Lombardi, Francesco Pennisi, Guido Baggiani, Leo Brouwer, Carlo Domeniconi (…).  1999: Trio Mathis, Osvaldo Bellomo, Giovanni Fiorentino, Alessandro Petrosino, Gabriele Denaro, Mariagrazia Terzo, Gabriella Olino, Enrico Cocco, Musica experimento, Marco Pedrazzini, Dario Piludu, Bruno Canino, Antonio Fresa, Enrico Renna, Rita Del Santo, Maurizio Villa, Carlo Mormile, Enrico Massa ed Hyperion Ensemble, Roperto Parrozani, Tiziana Scandaletti, Salvatore Lombardi, Riccardo Piacentini, Piero Viti, Giovanni Pascucci, Antidogma Ensemble.  Tra i progetti da segnalare: Immagini Sonore (esecuzione in sincrono di musiche per immagini); viaggio nel clarinetto del Novecento. Tra i monografici: “Transizioni”, viaggio nella musica di Enrico Renna. Tra gli autori: Giovanni Sollima, Franco Oppo. 2000: Arturo Stalteri, Giulio Costanzo e le Percussioni Ketoniche, Giovanni Guarrera e l’Orchestra dei Liberi Pensatori, Riccardo Vaglini e Arsenale Musica, Piero Viti, Enrico Massa e Hyperion Ensemble, Marco Pedrazzini, Alessandro Petrosino e Koiné ensemble, Massimiliano Fuschetto, Pericle Odierna, Giuliana Cacciapuoti, Maurizio Piscitelli. Tra gli autori eseguiti: George Crumb, Carlos Chavez, Steve Reich, Philip Glass. Tra i progetti: “Avanguardie musicali a confronto”, dedicato alla musica acusmatica. 2001: Girolamo De Simone, Bruno Persico, Massimiliano Fuschetto, Pasquale Capobianco, Irvin Vairetti. Pier Paolo Iacopini, Drahomira Biligova, Pericle Odierna. Sono da segnalare i cinque concerti dedicati alla musica elettronica ed elettroacustica: “Memorie elettriche” (con molteplici ascolti d musiche elettroniche rimasterizzate), il tematico Koyaanisqatsi di Max Fuschetto (P. Glass), e l’esplorazione dedicata al “Sax nel Novecento”. Sempre nel 2001 si tiene al Museo Villa Pignatelli “Doppio sogno in musica” a cura di Girolamo De Simone, con Gianmaria Testa, Giancarlo Cardini, Jyri Millarinen, Monica Di Siena, Giovanni Auletta, Girolamo De Simone, Max Fuschetto, Pasquale Capobianco, Irvin Vairetti. 2002: Arturo Stalteri, Girolamo De Simone, Max Fuschetto, Claudio Lolli, Paolo Capodacqua, Pietro Condorelli, Marco Parente, Giulio Costanzo, Eugenio Fels, Enrico Cocco, Renata Cataldi, Pasquale Capobianco, Gian Lucio Esposito, Elio Martusciello, Graziano Carbone, Ivan Messere, Quartetto chitarristico italiano. La rassegna esplora i rapporti con il cinema con proiezioni di film di Peter Greenaway (esecuzione live di musiche di Nyman), dei fratelli Quay (esecuzione di musiche di Eno), etc. Continua la retrospettiva “Memorie elettriche”, con molteplici ascolti di brani elettronici. 2003: Giovanni Antognozzi, Andrea Bini, Luca Miti, Piero Mottola, Tommaso Tozzi, Alessandro Verdecchia, Girolamo De Simone, Max Fuschetto, Paolo Boggio, Mike Cooper, Elio Martusciello, Fabrizio Spera, Scuola di musica elettronica del Conservatorio di Napoli, Irvin Vairetti, Antonio Longo, Ansiria, Patrizio Fariselli, Marco Micheli, Giovanni Giorgi, Silvano Fusco, Gianluca Pezzino, Gianfranco Tirelli, Vincenzo Liguori ed ensemble Associazione Musica Viva. Si segnalano: l’omaggio a Giuseppe Chiari; “Sakamoto Blade” (di Max Fuschetto e Girolamo De Simone su musiche originali di Sakamoto in collaborazione con l’Istituto di cultura giapponese), ed i concerti di “Memorie elettriche” con prime assolute della compositrice giapponese Fumiko Kimotsuki. In tutte le edizioni di “Memorie elettriche” figurano autori storici delle più differenti scuole, in particolare di quella parigina. Eventi Konsequenz (2004-2005). 2004: Teatro Sancarluccio: “Remixed Music” di Max Fuschetto con Pasquale Capobianco, Irvin Vairetti, Antonio Longo; “Elettronica viva” di Elio Martusciello e Girolamo De Simone; “Folk-celtic, con Jenny Sorrenti, Marcello Vento ed altri; “Allegro appassionato” con Eugenio Fels. Memorie elettriche: Lorenzo Brusci, Girolamo De Simone, “Ricordo di Dallapiccola, Petrassi, Chailly”; “Opere collettive degli anni Settanta, Pietro Grossi, Enore Zaffiri, Teresa Rampazzi”.  Galassia Gutenberg: “Dieci anni di musica di frontiera”, con Girolamo De Simone, Giulio de Martino, Max Fuschetto, Renata Cataldi, Pasquale Capobianco. 2005: Galassia Gutenberg, “Mare, canzoni da amare e da rubare” sul tema delle estetiche del plagio e delle musiche replicanti, con Francesco Bellofatto, Claudio Chianura, Alfredo D’Agnese, Giulio de Martino, Girolamo De Simone, Maurizio Piscitelli, Lello Savonardo, Max Fuschetto, Giulio Costanzo, Irvin Vairetti. Le attività del 2005, reperibili sul nostro sito proprietario sono state molteplici, tenute in collaborazione con alcuni teatri cittadini e la Mostra meridionale del libro Galassia Gutenberg. Sono in corso attualmente le attività del 2006.

 

 



[1] Ciò non esclude la possibilità di un gioco estetico solo immaginativo (talvolta visionario e preveggente): eventualità ludica percorsa più volte fin dal 1988. Cfr. G. De Simone, Le parole sospese, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1988.

[2] G. De Simone, L’Altra avanguardia, piccola storia della musica contemporanea a Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1996, monografico della rivista «Konsequenz».

[3] Nell’elenco non compaiono le rassegne istituzionali né le esperienze di associazioni che hanno duplicato il nostro percorso. Le une e le altre sono tuttavia registrate e commentate, fino al 1994, in G. De Simone, L’altra avanguardia…, cit. Altri accessi su riviste: G. De Simone, Una ricerca musicale nel mezzogiorno, in «Nord e Sud», anno XXXVIII, n. 2, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1991. G. De Simone, Croce e l'estetica musicale italiana (compare anche Parente), in «Nord e Sud», anno XXXIX, n. 3, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1992. G. De Simone, Per Luciano Cilio musicista, in «Nord e Sud», anno XL, n 2, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1993. G. De Simone, Per una storia delle memorie inconciliate, in «Nord e Sud», anno XLVI, Speciale su “Napoli Città-conflitto” a cura di G. de Martino Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999. G. De Simone, La sindrome dell'atollo, l'esperienza di «Konsequenz» nella (falsa?) primavera napoletana, in «Suono Sud» n. 28 Estate 1996. “Speciale Napoli, Le parole del Rinascimento” ISMEZ, Roma 1996. G. De Simone, I suoni nel contemporaneo: dalla Radio della Svizzera Italiana al Festival Mille Mondi di Napoli, Editoriale-saggio in «Rassegna Musicale Curci», anno LII n. 2, CURCI, Milano 1999. G. De Simone L'avvento della Border Music, In «Rassegna Musicale Curci», anno LIII n. 3 CURCI, Milano 2000.

[4] G. De Simone, Manuale del mancato virtuoso, Lasciate i pianisti nelle gabbie, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1993.

[5] T.W. Adorno, Improptus, trad. it., Feltrinelli, Milano 1979.

[6] Non è possibile citare qui tutti gli Autori apparsi su «Konsequenz» nei suoi undici anni di vita. Se ne può tentare una panoramica molto parziale rinviando al sito proprietario www.konsequenz.it per i sommari completi. Tra gli Autori: Paolo Coteni, Claudio Bonechi, Lorenzo Brusci, Mario Campanino, Anna Cepollaro,  Venanzio D’Agostino, Francesco D’Errico, Costanza Falanga, Eugenio Fels, Emanuela Grimaccia, Paolo Lambiase, Elio Martusciello, Luca Miti, Alessandro Petrosino, Maurizio Piscitelli,  Enrico Renna, Roberto Santarsiere, Giancarlo Tirelli, Riccardo Vaglini, Alessandro Vecchiotti, Piero Viti e tanti altri.

[7] G. De Simone, Le parole sospese, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1988.

[8] Cfr. G. De Simone, Perché «Konsequenz», in «Konsequenz», n. 1/94, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1994, pagg. 3 ss.

[9] Cfr. A. Schoenberg, Manuale d'armonia, trad. it., Il Saggiatore, Milano 1980, pagg. 34 ss., in cui l'autore pare esprimere chiaramente questa preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione lineare dell'armonia tradizionale.

[10] Cfr. T.W. Adorno, Terminologia filosofica, trad. it., Einaudi, Torino 1975, lezione decima, pagg. 112 ss.

[11] Il quotidiano è il manifesto. Una raccolta di quegli articoli, fino ai più recenti, si può reperire su www.girolamodesimone.com.

[12] G. De Simone, Musiche Replicanti. Dalle Estetiche del plagio alle nuove Metafonie, Liguori Editore, Napoli 2005.

[13] Anche le ricadute sul territorio regionale sono state molteplici: abbiamo realizzato spettacoli e istallazioni nelle Ville Vesuviane, a Baia, nell’aversano, etc.

[14] Si citano a a puro titolo di esempio le collaborazioni con la storica associazione romana “Musica Verticale” e quelle con il “PAC”, Padiglione d’arte Contemporanea, di Milano.

[15] è il best seller Mistero napoletano, pubblicato da Einaudi alla fine del 1995.

[16] L. Cilio, C'è una strada nel sottobosco...,  “Il Mattino” del 9 agosto 1982.