BOOK NOTE
Manuali ad alta tecnologia nella terra degli Hobbit
Molti gli elementi di novità in Tech Stuff, il Sussidiario di musica elettronica di Giorgio Sancristoforo nato dalla collaborazione tra ISBN Edizioni ed il canale televisivo alternativo Qoob. Spicca innanzitutto il formato del libro: quasi un quadrato, adatto a contenere il Techstuff dvd, ovvero il “Manuale video di musica elettronica” articolato in dieci capitoli-trasmissioni sulla musica elettronica che costituisce il vero piccolo tesoro di questa operazione. Tra i titoli, spiccano quelli sullo Studio di Fonologia di Milano, sull’Ircam, e quelli dedicati a strumenti ormai entrati nella miticonografia digitale, come il Theremin ed il Moog. Ogni trasmissione è godibile per le interviste con i protagonisti di oggi ed i documenti più interessanti dei primordi del genere, il tutto condito dalla particolare dizione, un po’satirica dello speaker. Il dvd è impreziosito da una lunga intervista rilasciata da Karlheinz Stockhausen con tre “Studio Moments” nei quali il Maestro, scomparso a dicembre dello scorso anno, illustra Cosmic Pulses, ultimo lavoro a generazione multipla, e mostra le partiture di Kontacte ed Oktophonie. Chicca ulteriore è la presenza di un software chiamato GeneratorX1, creato con il sofisticato Max MSP. Quale ‘ambiente’ si delinea dalla visione delle piccole trasmissioni? Tutto appare interessante, documentato e gradevole, con una leggera sensazione di delocalizzazione spaziotemporale (i video alternano musiche barocche rilette dal computer a stralci timbrici prodotti dai più sofisticati programmi del momento). Il progetto Qoob è quindi senz’altro da visionare anche se a parer di chi scrive è il libro ad accompagnare il dvd e non il contrario. Ci sarebbe piaciuta una maggiore presenza di italiani. Tra quelli “che non si possono dimenticare” avrei difatti collocato anche Grossi, Rampazzi, Zaffiri, che purtroppo vengono spesso saltati a pie’ pari da tutti.
Completamente differente, ma altrettanto affascinante, il percorso ‘delocalizzato’ tracciato dalla musica dei Lingalad, ora in un volume omonimo curato da Donato Zoppo per l’editore Bastogi. Anche quest’opera, molto curata, viene completata dalla presenza di un disco con ottanta minuti di musica ispirata alle opere di J. R. R. Tolkien. Il gruppo, nato nel 1999 ad opera di Giuseppe Festa, prende il nome dalla lingua elfica (“Canto degli Alberi”). Ha prodotto numerosi lavori tra cui “Voci dalla terra di mezzo”, ed il dvd “I Sentieri di Lingalad”. Si tratta dunque di un progetto arioso e articolato, che conquista per la sua freschezza, evidentemente dovuta ad una matrice progressive che “narra antiche gesta, racconta grandi allegorie della natura”. Nel libro si dice della sorpresa e della magica apparizione di una lettera di apprezzamento da parte di Priscilla Tolkien, figlia dello scrittore, che scrive a Giuseppe Festa: “ho ascoltato la musica ispirata alla Terra di Mezzo ed ho particolarmente apprezzato la parte riguardante gli Hobbit”. Le canzoni sono gradevoli, acustiche, col bel suono della chitarra, e ci riportano quindi alle origini del genere, agli anni Settanta e, per quanto riguarda chi scrive, al primo Alan Sorrenti, non immune da contaminazioni col geniale Luciano Cilio. (Girolamo De Simone, inserto culturale del quotidiano “il manifesto” di sabato 15 marzo 2008)