Se il
colore del suono tende all’infinito
(il
manifesto, 8 aprile 2006 – versione integrale)
Protagonista della musica di
frontiera francese, ma di nascita algerina, Hector Zazou fin dall’inizio del suo
percorso compositivo si è mostrato in grado di fungere da catalizzatore di
percorsi eterogenei, sia di provenienza rock (Barricades) che di matrice world
(si pensi alla collaborazione con Bony Bikaye oppure al “Reavaix au Bongo” dove
fonde esperienze classiche con le voci dello Zaire). Zazou, che subito ha
individuato in Satie la matrice dell’anima ambient della frontiera, ha ora raccolto
un cast di musicisti di rilievo internazionale per
“Quadri + Chromies”, cd e dvd prodotti da
Sfondi geometrici
Suoni e rumori vengono
utilizzati oggi con una contiguità estetica mai vista prima. Le quadricomie di
Caillaud, scomparso nel 2004, erano già state presentate fin dal 2002 (Firenze,
Mosca, Monterrey...) attraverso proiezioni su due o quattro schermi, con un
formato di cinque metri per sei: immagini che evolvono continuamente
assecondando l’idea della creazione perpetua, con ammiccamenti a Duchamp e
Munari (ricordate “Tetracòno”?). I suoni usati in concerto sono quadrifonici,
con musica “astratta: senza temi, appena pochi motivi, ma con la ricerca di una
‘palette’ sonora che possa proiettare le immagini in
un’altra dimensione”, come scrive Zazou e, in modo più complesso, tale da
assicurare una transizione più morbida delle immagini generate dal programma.
Oggi è del tutto indifferente attribuire o non attribuire i suoni/rumori al
racconto digitale delle immagini, perché tali rumori possono fungere da
arredamento sonoro esattamente come i suoni fabbricati per tale scopo (“fare
sfondo”, come accade per le musiche ambient o di frontiera, che
assecondano le istanze estetiche della
contemporaneità). Dire questo significa in generale essere consapevoli della
perfetta ‘funzionalità’ della musica, la quale si presta ad esigenze variegate
o a scopi socialmente rilevanti benché esposti alla mercificazione. Ciò non
toglie nulla alla possibilità del valore estetico, a prescindere dall’uso che
della musica o del suono si fa; dalla pubblicità alla soneria polifonica, dalle
siglette Midi della net-art alle complesse
elaborazioni in filigrana video e sintesi granulare: ogni produzione non è
esclusa da una validità estetica assegnata a posteriori (assunto importante per
evitare un intervento della volizione dell’autore: gesto autoritario). Così
ogni opera consegue esiti almeno funzionali: le “musiques et formes
chromatiques évolutives” di Zazou e Caillaud lo dimostrano.
Feedback
I rapporti tra audio e video
vengono solitamente, ed erroneamente, definiti ‘sincronici’ (quelli di una
singola scena o sequenza temporale) e ‘diacronici’ (quelli esistenti in un
intero film; con richiami, sviluppi o contraddizioni tematiche),
sul presupposto della sussistenza di due ‘livelli’ separabili: quello visivo e
quello sonoro. Invece “occorre non confondere ‘diacronico’ con ‘storico’ e ‘sincronico’ con ‘attuale’”. Ciò che avviene in ‘diacronia’ avviene letteralmente ‘attraverso il tempo’,
contrapposto al ‘simultaneo’ del sincronico. Oggi ciò che avviene in simultanea con le immagini può tranquillamente simulare una
‘diacronia’, o addirittura una ‘assenza’ di tempo (‘acronia’), ad esempio
attraverso l’uso di strutture musicali ipnotiche ripetitive (minimal) o
statiche (Scelsi, Part).
Zazou e Caillaud non vogliono che
il loro lavoro venga scambiato per la solita indagine
sui rapporti tra suoni, forme e colori. Scrivono che “la retroazione è
iniziata, con la sintesi grafica del suono... ma
sappiamo tutti che l’interattività è una illusione. C’è sempre un padrone e uno
schiavo. Uno decide e l’altro obbedisce. Distruggere questa relazione è
disconnettere un ordine per meglio comunicare, per rendere il libero regno ai
dialoghi nati dal caso, per applaudire gli incidenti di questo percorso eccitanti e unici. Con ‘Quadri +
Chromies’ abbiamo preferito l’interdipendenza alla connessione”.
Il successo di una sonorizzazione si ritrova in misura proporzionale in ragione
dell’inscindibilità, nella memoria che si stratifica, tra livello sonoro e
livello visivo. Tale inscindibilità accade a posteriori: il senso sopravanza
l’intervento volitivo-autoritario. Per questo il becero parallelismo
dinamico-ritmico dell’audio-visivo non è mai davvero sincrono: sennò sarebbe
comico. Dire che il senso sopravanza l’opera è
perfettamente constatabile ascoltando dapprima il cd “Quadri + Chromies”, per
poi godersi il dvd con musiche e immagini davanti alla tv. Stiamo dunque ad
osservare cosa produrrà questa linea generativa (Grossi-Zazou-Eno)
e rendiamo grazie a Materiali Sonori.