AA.VV., E bì e bà (Erosha)
E bì e bà è un racconto sonoro che
attraversa il canto e il ballo “sul tamburo” nell’area napoletana. L’idea
potrebbe sembrare inflazionata se non fosse condotta con assoluta originalità,
rispondendo senz’altro ai desiderata
di Gabriele d’Ajello Caracciolo. Quando ci si
avvicina alla narrazione degli anziani cantori dell’entroterra partenopeo, difatti,
ci si imbatte davvero
“in un mondo ricco e variegato, espressione di valori spesso
contraddittori” e tuttavia in grado di rappresentare “religiosità e
trasgressione”, fondendo “musicalità della voce, del tamburo, del racconto,
delle voci di fondo, dei saluti, dei ricordi, della preghiera”, tutte entità
cospiranti all’unico fine di un comune gesto coreutico,
danza per scenari moltiplicati in grado tuttavia di ricomporsi all’interno di
un panorama unitario. Di qui la scelta di Mario Orabona
di non separare le tracce, ma di organizzarle come un panorama audio multilineare, in cui il contrappunto ha qualcosa delle
costruzioni tipiche dell’avanguardia, riuscendo però a superare quella ricerca
astratta di un tempo grazie alla profondità del racconto, sia esso rivolto alla
mamma schiavona di Montevergine,
alle tammurriate di Somma Vesuviana, o alla Madonna
dei Bagni di Scafati. (
GIUDIZIO: IMMENSO