Nardini Editore, ad un anno dalla scomparsa dell’artista, pubblica “Giuseppe Chiari, Autoritratto” il terzo volume della collana Musica d’Arte a Firenze, ideata e diretta dal noto compositore e pianista Daniele Lombardi.

I grandi autori e i sodalizi musicali fiorentini sono presentati con autorevoli biografie nelle quali l’alta divulgazione si coniuga con il piacere della lettura e dell’ascolto.

Ciascun volume contiene uno o due CD. Nel Caso di Giuseppe Chiari si tratta di un DVD Video che contiene le immagini e le musiche di 4 eventi registrati in diversi momenti della carriera di Chiari, ultimo dei quali nel Saloncino del teatro della Pergola, in occasione del suo compleanno.

Giuseppe Chiari-Autoritratto, propone per la prima volta e nella loro completezza anche alcuni scritti dell'artista, come Fantamusicologia e Note di un musicista.

Inoltre, il prezioso contributo di Girolamo De Simone, musicista, compositore e direttore della rivista Konsequenz, offre un punto di vista inedito sul percorso artistico di un uomo il cui pensiero ha segnato fortemente la scena musicale internazionale negli anni sessanta.
9 Maggio 2008: primo anniversario della scomparsa di uno dei maggiori musicisti fiorentini, artista concettuale e celebrato esponente del gruppo internazionale Fluxus.
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Il 9 maggio 2007 si spegneva a Firenze Giuseppe Chiari, musicista e artista visivo che nel corso degli anni ’50 e ’60 si era imposto come uno dei massimi esponenti dell’avanguardia internazionale.

Compositore e artista concettuale fu attratto in particolare dalle esperienze di John Cage e nel 1961, interessato a ricerche sperimentali di musica visiva, promosse con Pietro Grossi l’associazione Vita musicale contemporanea.

Sostenitore dell’interazione tra musica, linguaggio, gesto e immagine aderì, nel 1962, al Fluxus internationale Festspiele neuester Musik di Wiesbaden organizzato dall’architetto George Maciunas. I contatti con gli esponenti newyorkesi di questo movimento sono stati fondamentali e hanno permesso a Chiari di creare una fitta rete di rapporti internazionali da Cage a Steve Lacy e Frederic Rzewsky.

Nei primi anni sessanta furono determinanti per il suo sviluppo artistico l’incontro con Sylvano Bussotti e il confronto con le ricerche di poesia concreta del Gruppo 70, che lo hanno portato a  sperimentare le componenti grafiche della  scrittura musicale. Con la sua  arte ha precorso il minimalismo, e ha elaborato azioni che si ricollegano alle esperienze neodadaiste e concettuali: brevi brani confluiscono, di volta in volta e senza un ordine prestabilito, in complesse pièces musicali, tese a esaltare la libertà espressiva e il concetto di indeterminazione del fare artistico. Musicista poliedrico e anticonformista ha infatti composto "musica d’azione" basata su un complesso metodo di esecuzione che, accanto agli strumenti tradizionali, assume come componenti essenziali elementi sonori casuali o aleatori (acqua, foglie secche, sassi) che offrono lo spunto per rielaborazioni e azioni che trovano proprio nella casualità e nell’improvvisazione la costante essenza della sua ricerca (Gesti su un piano, 1962; La Strada, 1965; Suonare la città, 1965). Ha utilizzato la partitura musicale non solo come base per eseguire un brano sonoro, ma anche come “pittura” da guardare, nella quale le note e la raffigurazione dei gesti per eseguirle, diventano elementi visuali di una composizione grafico-pittorica.

Libri come Musica senza contrappunto (1969), Senza titolo (1971), Metodo per suonare (1976), Musica et cetera (1994) e Frasi (1999) possono essere considerati vere e proprie opere d'arte ad ampia tiratura, in cui il contenuto si fonde alla presentazione grafica che ne esalta il linguaggio visivo.

Nel corso degli anni ’80 cominciò ad esaminare anche mezzi espressivi come i collages nei quali non si è limitato ad incollare ritagli di giornale, strisce colorate, adesivi, fogli musicali, semplicemente su pagine di carta, spartiti musicali o tavole di legno ma anche su strumenti musicali quali chitarre e violini, ricercando una possibile contaminazione tra visualità e sonorità, spesso privando lo strumento della sua funzione primaria.

Negli anni ’90 riprese la scrittura su pentagramma, con un ciclo di fascicoli manoscritti inviati ad alcuni interpreti, tra cui Giancarlo Cardini, Daniele Lombardi e Girolamo De Simone, che probabilmente raccolgono spunti e sensazioni maturati nel tempo. A partire  dal 1995 è, assieme a Girolamo De Simone, instancabile promotore di vortici culturali per la rivista “Konsequenz”, dedicata ai plurali della musica contemporanea. Il suo ultimo scritto, sintomaticamente intitolato “Io sono solo” è apparso nel 2007 proprio sulla rivista partenopea.

Lavori importanti come Le Foglie. I numeri (1998), GDSN (ovvero Girolamo De Simone napoletano), 3n+a (1998), Solo per tromba (1999), Cinque meno uno (aprile 2000), FA SOL (maggio 2000) sono brani meno noti, e vengono generalmente esclusi anche da elenchi e bibliografie.

Chiari, continuando a partecipare a festivals e ad inaugurare mostre, fu tra i pochi a mantenere contatti con le più attive e conosciute realtà espositive nazionali ed internazionali. Partecipò ad importanti rassegne collettive, da Documenta 5 di Kassel (1972) alla Biennale di Venezia (1972; 1976; 1978), e nel 2005 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dedicandogli un grande evento, lo definì “uno dei padri riconosciuti dell’avanguardia artistica italiana.