`Shama´

Autore disco:

Girolamo De Simone

Etichetta:

Die Schachtel (I)

Link:

www.die-schachtel.com
www.konsequenz.it

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2008

Titoli:

1) Luciano 2) Vinile 3) Distrazione 4) Ribattuto 5) In Albis 6) Campane o della Solitudine 7) Zi’ Giannino 8) Sogni Esorcismi # 1 9) Sogni Esorcismi # 2 10) Sogni Esorcismi # 4 11) Sogni Esorcismi # 8 12 Chiari 13) Vinile # 2 14) Sketch 15 Questa Terra 16) Improvvisa! 17) Aure 18) Organza

Durata:

43:00

Con:

Girolamo De Simone, Xabier Iriondo

 

 

 

Inebriante semplicità contemporanea

x sergio eletto

In tutta sincerità, nel discutere sul pensiero contemporaneo di Girolamo De Simone non ci si sente del tutto a proprio agio. Una personalità complessa, non semplice da narrare, di cui basta conoscere solo pochi scritti teorici e d’attualità sulla musica di frontiera (proposti spesso per la rivista Konsequenz), per convincersi del grado di genialità, del disegno intellettivo e programmatico superiore, diffuso all’esterno come un maestro di vita d’altri tempi.
Fluida e placida la sua mano, il modo di definire il pianoforte come un magma di suggestioni pacifiche, riflessive, non sempre espresse tramite manifestazioni di sola e nuda classicità acustica. “Shama”, come altri lavori, è un susseguirsi di leggere illuminazioni di open-music, amanti della costruzione solitaria, ove il senso di apertura è da collegarsi alle configurazioni ‘metafoniche’ che il compositore partenopeo insedia (e instilla) con insinuante sicurezza. Le piste, qualsiasi sia il risvolto caratteriale acquisito, prendono corpo tutte dalla piattaforma strutturale del pianoforte. Un discorso, ovviamente, prevalente per quelle cartoline sonore in cui gli esercizi di sovrapposizione si intersecano, o lasciano completamente spazio ad uno studio morfologico sulle possibili variabilità della border-music.
Da alcune riflessioni dello stesso De Simone sul modus-operandi del proprio agire, si scoprono anni di ricerca mirati a conseguire una soddisfacente maturità nella (auto)gestione tecnica del proprio oggetto-dei-suoni: «Ho impiegato alcuni anni per rendermi autonomo e poter registrare senza tecnici; ora ho uno studio domestico. Uso microfoni interni, con particolari ‘sospensioni’ autocostruite. Sono sempre stato affascinato dall’aspetto meno percussivo del pianismo. Ho quindi escogitato un sistema per ammorbidire e trasformare i suoni prodotti dai martelletti. Ricercato tocchi meno pianistici dei tradizionali. Ho scoperto in alcuni anni di poter frantumare e rendere ‘granulari’ i suoni. Ho pensato di mescolare questi suoni più e più volte, stratificarli con alcune espressioni più spontanee, che cercano di essere fresche, pur nella loro malinconia e semplicità.»
Ritorna la molecola della semplicità, il portamento esile e l’aria sincera; tutti frangenti sui quali si sfiora l’adiacenza estetica con il bagaglio degli insegnamenti ereditato dal maestro e amico Luciano Cilio: un divino interprete della contemporaneità, scomparso prematuramente. Figura a cui Girolamo non ha mai cessato di essere riconoscente, con attestati-di-stima che ondeggiano tra la music-azione in “Napoli Non Canta” dell’ultima versione inedita della sua Sonata No.4 e l’apertura di questo cd con una nostalgica partitura di solo piano, palesemente, denominata Luciano.
Nel complesso, tutte le piste in gioco sono scolpite per “Shama”, anche se De Simone, giustamente, non ha avuto remore nel riutilizzare e remixare anche framment(ucol)i non recenti.
Una vista sulla bellezza tout-cour della musica moderna da cui si scorgono le tante eredità del compositore partenopeo: dalle formule di sovraincisione del piano jazz di Bill Evans, ai primari precetti sul silenzio cageano; dalla tradizione etno-popolare della propria Napoli alla ‘classe dirigente’ dell’associazione “Vita Musicale Contemporanea” che univa le rivoluzionarie provocazioni di Giuseppe Chiari e l’innovativo concetto di HomeArt elaborato da Pietro Grossi.